No no non mi sono dimenticata. In realtà muoio dalla voglia di dirvelo, di rendervi partecipi dei miei successi. E' accaduto tutto molto in fretta, ho scelto di prendermi in contropiede. I primi di Maggio ho iniziato a muovere i miei primi incerti passi. El_Gae mi ha acutamente suggerito di utilizzare l'acronimo PIPP per questa specifica fase: Primi Piccoli Incerti Passi appunto. Quando la leggerezza di uomo serve e fa la differenza ^^ Comunque è vero, non c'è che dire, quando i tempi sono maturi lo scatto viene da sé e - come vi avevo preannunciato - tanta dell'energia positiva che mi mancava l'ho ricevuta dall'esterno, dalle amiche, da Lui, da voi.
E me ne sono nutrita. Mi sono chiarita un attimo le idee, ripetendomi che se lì fuori in così tanti credevano in me, non vedo perché non dovessi farlo io. E poi sarà più facile di quanto credo, tutt'è partire, buttarsi, c'è sempre tempo per i ripensamenti. Perciò ho fatto quel che c'era da fare, con un solo e unico obiettivo: agire. Senza pensare al perché lo sto facendo, al fine. Ho spogliato quei gesti dal peso del loro significato, li ho alleggeriti trasformandoli in un impegno come un altro, di quelli che finiscono nell'agenda. Per prima cosa, come da copione, ho preso in mano il telefono e ho chiamato mia cugina, quella che lavora all'ospedale e mi sono fatta dare le dritte necessarie. C'è da impazzire con la storia dei codici d'esenzione, cosa ti passano e cosa no. Dipende dal tempo, da come gli gira, dalle strutture a cui ti rivolgi e dalla centratura dei pianeti. Così pare. E ho elaborato lo Schema. Ordine prima di tutto e disciplina. Analisi che mi passano: Analisi che passano a Lui. Quelle da mettere nella stessa impegnativa, quelle che vanno sole come il Cariotipo. Grazie grazie. Attacco il telefono e mi sento sollevata. Ce l'ho fatta, vedi che non era nulla di che, ci stai dentro Nina! E poi - che vi devo dire - sulla scia dell'entusiasmo mi metto pure a cercare info sul centro di Firenze dove la Gina mi ha consigliato di andare e sulla dottoressa a cui mi dovrò rivolgere. Vedo che c'è una mail a cui può essere contatta. 'Ma si ci sono, che mi costa, tanto manco mi risponderà vedrai. Io ci provo'. Le scrivo una mail, mi presento, le chiedo quali analisi è meglio avere al momento del primo colloquio e blablabla. Poi mi rilasso. C'è il wikkend alle porte e il ponte del primo maggio. Per tre giorni non ci voglio pensare più. E il primo maggio, inaspettatamente, lei mi risponde. Quando vedo la mail, il cuore salta un paio di battiti. Mi dice di fermarmi alle analisi che mi ha prescritto la Gina, non è detto che ne servano altre. Io mi sento già una miracolata, che vi devo dire. Tutta esaltata le chiedo il numero del Centro, che lei prontamente mi invia e...chiamo, ebbene si: CHIAMO IL CENTRO PER LA PROCREAZIONE ASSISTITA. Due settimane a piangermi addosso e rifiutare il destino e in una manciata di giorni ho fatto quel che credevo impossibile, oltre le mie capacità. Non lo so cosa mi è scattato dentro, sono anche questo. Mi risponde una donna, dalla voce flautata. E' gentile, cordiale e disponibile. Le spiego la situazione, da chi vorrei essere seguita, mi chiede l'età e da dove chiamo. Poi mi fa: - Prossima settimana, martedì 8 alle 13,30 la dottoressa è libera per il primo colloquio. - Quasi stramazzo. Comincio a balbettare, giuro. Farfuglio qualcosa tipo: - Ehm...come libera? Di già? io credevo ci volesse più tempo. Ecco, avevo chiamato per avere dei chiarimenti, farmi un'idea...Io...io... - Devo averle fatto pena, chissà quante volte le sarà capitata una scena così, e quante altre le avranno attaccato il telefono in faccia, in preda al panico. Ecco io fino a questo punto non ci sono arrivata anche se ero tentata davvero. - Vuole prendersi un po' di tempo per pensarci? - - No, non è questo, è che prima devo fare delle analisi, volevo giusto capire i tempi di attesa... - - Non ci sono tempi di attesa, subito dopo il colloquio, appena lei è pronta e ci sono tutti i risultati, si parte. - Si parte. Appena io sono pronta si parte. Oh my God. Come sono rapidi e io che credevo... La sera quando Lui torna a casa trova una Nina iper eccitata, manco avessi vinto al Super Enalotto. Senza nessun preavviso, a sua insaputa, avevo telefonato. Lui strabuzza gli occhi, consapevole della mia vittoria: - Ma non avevi detto che avevi bisogno di avermi vicino, perché credevi di non farcela? - - Si...non so, mi è presa bene. Ho pensato che volevo sapere e non ce la facevo ad aspettare ancora. - - Allora...ci siamo! - Già ci siamo. Il giorno dopo, caricata a dovere, sono andata dal doc, mi sono fatta prescrivere tutte le analisi. Una marea e sono solo una parte, poi ce ne saranno altre.
Ora sono in attesa del ciclo e per la prima volta non vedo l'ora che arrivi. Al 3° giorno infatti avrò il primo prelievo, quello dei livelli ormonali. Parliamo della prossima settimana. Poi subito dopo faremo le altre. Appena sapremo i tempi delle risposte chiameremo il Centro, ma sarà diverso. Si, stavolta chiameremo per PRENDEREMO L'APPUNTAMENTO. Ci siamo fatti un quadro approssimativo della situazione, che qui fedelmente vi riporto. Nero su Bianco, così sembra più vero e reale anche a me se ne parlo, se lo racconto, se lo scrivo. A metà Giugno faremo il colloquio. Lì la dottoressa ci dirà se è necessario fare altre analisi e quali. Sicuramente ci proporrà di iniziare questa estate, perché siamo fuori sede e non ci sono liste d'attesa per noi. Molto probabilmente opteremo per una pausa rigenerante estiva. Mare, sole, con la consapevolezza che al rientro (Settembre? Ottobre?) proveremo ad avere il nostro bambino. Ommioddio! Tutto questo nella migliore delle ipotesi, la più idilliaca, senza contrattempi o sgradevoli imprevisti. Questo detto nel modo più semplice e naturale possibile. Come voglio vivermelo, come voglio che sia. E quello che provo credo somigli a quello che sentono le coppie normo-fertili quando decidono di aprire i cantieri. Lo immagino, perché non lo conosco. Ci stiamo dando un'occasione, la nostra, la prima. Ho iniziato a preparare le persone a cui siamo più legati, sua sorella, mio fratello, le amiche strette. In tutta risposta ricevo dei sorrisi enormi, che mi spalancano il cuore. Perché è un po' come dire che ci stiamo provando davvero, che ora si fa sul serio. Sto bene, come non mi sentivo da tempo e lo so cos'è e perché: si chiama Speranza. Quella che da troppo tempo aveva abbandonato il mio spirito. Non so come andrà, nessuno può dirlo e questo blog, le storie che accoglie, ne sono la conferma. Ho ancora paura di andare a fondo, di indagare e scoprire che c'è dell'altro, che magari il problema non sono solo le mie tube. Ma preferisco sapere, affrontare quel che temo, tentare. Ho bisogno di tornare a credere e sognare, ne abbiamo bisogno tutti e due. Un passo alla volta, senza pensare al perché, ci avvicineremo al nostro sogno e proveremo a renderlo reale.
Intanto stanno accadendo delle cose in me, dei cambiamenti consistenti. E anche tra me e Lui. Io ho ripreso a sorridere. Io quando vedo una donna incinta non penso più, a caldo 'Perché io no?'. Io penso 'Potrei essere io'. E già da soli potete rendervi conto di quale salto quantico stiamo parlando. Non so quanto durerà, qua non c'è niente di definitivo ormai lo so. Emotivamente sono una turbina! Fatto sta però che aver preso in mano le redini dell'altra metà della nostra vita ci ha fatto tornare la voglia di divertirci, amarci. Il problema non occupa più tutto lo spazio, avergli trovato un contenitore ci lascia tempo ed energie per tutto il resto. Il fine settimana scorso Lui ha ripulito la cameretta, quella che era deputata a tenere gli scatoloni non ancora aperti. Ci si è messo anima e corpo, un pomeriggio intero. Era la sua Mission. Poi la sera è venuto da me, soddisfatto come chi ha di nuovo in mano la situazione, il controllo sulle sue emozioni e sulla sua vita e mi ha reso partecipe di quelle che saranno le prossime mosse: - Adesso appena arrivano gli altri mobili libero definitivamente la stanza, poi scegliamo il colore e la dipingiamo. Così poi mettiamo il parquet ed è pronta. - Quasi mi squaglio, tipo Amelie. Sorrido languida: - Che significa? Che stiamo preparando il nido? - Silenzio. Denso, carico di Senso. Noi lo sappiamo, non servono parole. Noi non abbiamo bisogno di dirci cosa significa quella stanzetta per noi. Abbiamo scelto di non farla pitturare, perché volevamo fosse una cosa che ci unisse: scegliere il colore con calma in base all'uso che ne avremmo fatto (studio o..?) e poi dipingerla insieme. Io e Lui. Roba da togliere il fiato. Mi ha squarciato il cuore in due quell'immagine lì, del nostro Probabile, Potenziale Futuro. Per scaramanzia Lui dice che vuole godersela, dargli una veste più da studio o stanza ricreativa. Perché la paura c'è e so che non se ne andrà e ci accompagnerà passo passo per tutto il percorso. Ma stavolta non voglio sia lei a vincere. Ma la Fiducia.
Io quasi mi stimo. Sto camminando e mancano solo pochi mesi. Davvero pochi. E poi c'è la Rete che sostiene, che porge le mani, che offre braccia, gambe, cuore, orecchie, tempo, spazio. E io mi sento piena di gratitudine. Il Futuro è oggi. il Futuro è già adesso.