I problemi irrisolti dell'amianto a Siracusa, e non solo

Creato il 15 febbraio 2012 da Furbanzio
L'Associazione Familiari Vittime dell'Amianto ha indetto nei mesi scorsi riunioni aperte a tutti i singoli cittadini e alle altre associazioni che volevano sviluppare idee per il proseguimento della battaglia per la giustizia, contribuendo così a determinare gli esiti della sentenza di condanna nel processo Eternit . Sono stati mesi frenetici per incontri con cittadini e le varie associazioni, telefonate, proposte apparse su Internet anche nei giorni di festa . Non sono state disperse tante splendide energie che hanno suscitato moti di commozione e che sono state supportate, cercando e attuando una coagulazione di queste forze,. Sotto la guida del procuratore Guariniello nel processo di Torino, anche per questi solidi apporti, si è determinata la condanna a sedici anni dei due manager uno dei quali novantunenne che hanno gestito per anni l’ ”affaire amianto” a livello mondiale. Come ha fatto l'Associazione Familiari Vittime amianto di Casale Monferrato, con idee e vogliosa di mettersi in gioco per diventare protagonista, sorprende che a Siracusa dove esiste la più grande fabbrica d’amianto del Meridione, nessuno abbia deciso di costituirsi in questo processo e nessuno abbia protestato come succede oggi a Bagnoli per una sentenza che li esclude esattamente come gli abitanti di Rubiera in Emilia Romagna. E bisogna rammentare che nessuna amministrazione aretusea, di qualsiasi colore politico, ha mai deciso di avviare un operazione di bonifica efficace dell’amianto ancora accumulato nello stabilimento di Targia. Per cui è presumibile che continuerà a produrre morti per la presenza delle pericolosissime fibre d’amianto. Quest’ultime con lunghi periodi di incubazione producono la morte per l’insorgenza del mesotelioma pleurico. E a tutt’oggi sono in Italia le nude cifre sull’inquinamento d’amianto che preoccupano. Intanto alla faccia del governatore Lombardo e di coloro che ne appoggiano le linee d’intervento politico non è stata tracciata una mappa del territorio siciliano a rischio d’amianto anche perché costa parecchio bonificare l’amianto anche se ci sono importanti contributi dell’INAIL. Non tutte le regioni italiane (sono appena 11) che hanno fornito la mappa del territorio a rischio. Si è consapevoli dal 1962 che l’amianto uccide e sono a tutt’oggi 32 milioni le tonnellate di amianto abbandonate nel territorio italiano e 110 milioni di mq le strutture contenenti amianto. Infine sono 6 milioni le persone che vivono nei siti considerati a rischio proprio per la presenza di amianto.

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