Simbolo della cultura e del folclore siciliano, nonché orgoglio di un popolo che è legato profondamente alle sue tradizioni e ai suoi costumi, l’opera dei Pupi è ancora oggi emblema del patrimonio culturale e storico della Trinacria. Nata come mezzo di trasmissione di valori importanti quali la giustizia e il coraggio di opporsi alle discriminazioni sociali e agli schemi politici precostituiti.
LA STORIA:
L’opera dei Pupi si sviluppò in Sicilia nella seconda metà dell’800. I Pupi, marionette in legno riccamente decorate e impreziosite da fregi e armature finemente disegnate, si caratterizzarono fin dall’inizio per la loro particolare meccanica di manovra. Esse venivano animate dall’alto per mezzo di una sottile asta metallica che veniva meticolosamente collegata alla testa.
Il puparo non era solo un bravo artigiano, ma doveva saper pensare alla sceneggiatura, recitare e cantare improvvisando, riuscendo a tener viva l’attenzione del suo pubblico. Quest’ultimo, spesso, partecipava alla rappresentazione parteggiando per un personaggio piuttosto che un altro e mostrando la sua antipatia attraverso il lancio di frutta e verdura.
Il repertorio delle rappresentazioni dei Pupi siciliani era per lo più basato su narrazioni cavalleresche. Fonti principali furono le Chansons de Geste e il romanzo asturiano. Ogni pupo rappresentava un preciso paladino: Carlo Magno, Orlando, Rinaudo, Rodomonte e Agramante, erano i più conosciuti. Poi vi erano delle maschere popolari caratteristiche di una precisa città, come Peppenninu, scudiero di Orlando, a Catania. Durante gli spettacoli, il puparo si serviva di un linguaggio molto ricco e articolato, dove espressioni appartenenti al dialetto più stretto avevano il compito di trasmettere messaggi di ribellione sociale, passando inosservati alle autorità.
Per lungo tempo, l’opera dei pupi siciliani si è eretta a rappresentazione del mondo, trasmettendo messaggi importanti ed educando il popolo, spesso analfabeta, attraverso la messa in scena di storie dai forti connotati civili, dove il bisogno di giustizia e amore veniva personificato dall’eroe buono che lottava e si batteva per trionfare sul male. Una ricca e variegata collezione di Pupi, oggi è possibile ammirarla al Museo Internazionale della Marionetta, a Palermo. Più di tremila pezzi che si ergono a testimonianza di un’epoca in cui tale forma teatrale permise, tra l’altro, la divulgazione dell’epopea. Ogni storia non si esauriva nel corso di una singola serata, ma veniva narrata in cicli rappresentativi che potevano durare anche diversi mesi.
Anche l’UNESCO, ha riconosciuto il grande valore dell’Opera dei Pupi, iscrivendola di diritto tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità.
Si tratta del primo patrimonio italiano ad esser stato inserito in questa lista, a riprova di come questo simbolo isolano che ancora oggi attira milioni di visitatori in Sicilia rappresenti un bene inestimabile della nostra cultura che va protetto, tutelato e tramandato.
A cura di Désirée Rubino