Schiavitù e caporalato nella campagne pugliesi, accusata anche l’italiana Coop
Caporalato e schiavitù dei braccianti agricoli, spesso migranti irregolari: un’inchiesta francese mette il dito nella piaga di quanto accade nelle campagne pugliesi e dei prezzi bassi del cibo nei supermercati francesi. Il reportage “Les recoltes de la honte” (“I raccolti della vergogna”), realizzato da France 2 per la trasmissione “Cash Investigation”, ha indagato, in particolare, sulla filiera di produzione e distribuzione di pomodori, banane e pesche e sul perchè ci sia molto da nascondere e poco da mostrare.
Dopo la messa in onda del programma Yvan Sagnet, delegato sindacale della Cgil e consulente del reportage che guidò nel 2011 la rivolta dei migranti contro il capolarato nelle campagne di Nardò, ha affermato che «l’unica cosa da fare è il boicottaggio nei confronti di quei supermercati che vendono prodotti raccolti dagli schiavi nelle campagne pugliesi. Si tratta di Auchan, Lidl, Carrefour e anche Coop, tutte grandi catene che hanno sui loro scaffali questi prodotti. Ma c’è una contraddizione perchè nei loro codici etici affermano chiaramente al rispetto dei diritti umani e dei lavoratori. Queste aziende stanno prendendo in giro i consumatori».
Coop ha immediatamente ribattuto che «i fornitori vengono selezionati in relazione alla loro capacità di adempiere a queste richieste, altrimenti vengono scartati o sospesi. Infatti nella campagna pomodoro 2012 e nel 2013 sono state sospese 5 aziende in sospetto di caporalato. In altri casi si è intervenuti in relazione ad erogazioni del salario non in linea con i contratti collettivi di lavoro. Questo il presidio esercitato da Coop Italia su alcune delle principali filiere di prodotti ortofrutticoli a marchio Coop».
Nel reportage si fa riferimento alla grande distribuzione di Carrefour, Leclerc, Lecasìno e Intermarche.
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