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I racconti dell’AlhAnna. Mosaici cristiani e moschee: Santa Sofia

Creato il 27 agosto 2014 da Annerrima

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Uno poi, uscito dall’hammam e satollo di massaggi, pelle liscia e scrub, pensa di essere diventato improvvisamente turco e di poter rinnegare così, d’emblé, l’occidente, il consumismo, i riti cristiani e la morale cattolica, sfanculare tutto e convertirsi a una vita da kebab, bagni turchi e preghiere alla moschea. A parte che al terzo giorno di sveglia alle cinque cominci a maledire i muezzin di ogni ordine e grado, il passaggio alla vita orientale non si rivela privo di (stupende) difficoltà.
Una tra queste è la visione della basilica di Santa Sofia, uno dei più bei monumenti di cui abbia memoria nella mia storia di visite a cattedrali, chiese, moschee e monumenti religiosi in genere. Forse la Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia può eguagliare la bellezza di questo luogo, convertito nel 1593 da Mehmet II il Conquistatore in moschea (costui, come dice il nome, conquistò l’Impero Romano d’Oriente e trasformò Costantinopoli in Istanbul).
Dicevo, forse solo la Basilica di Aquileia può eguargliarla: con quei mosaici a esternare il senso della vita e della morte, la nascita del mondo e dell’uomo – vado a memoria, quella basilica l’ho conosciuta a sette anni ed è da allora tappa di visite periodiche, segno indelebile nella mia memoria di bambina, adolescente e adulta. E naturalmente San Marco a Venezia. Non so dire se sia l’effetto della commistione tra l’arte araba, con i suoi segni geometrici sulle cupole, e l’arte cristiana primitiva, con i suoi mosaici, a colpirmi, o se il senso della scoperta di quei mosaici sotto le decorazioni arabe pur antichissime sia ancora così forte, o se siano tutti questi elementi assieme: fatto sta che credo che la mia identità, la nostra, quella di tutti, dopo questa visione si confermi ancora più meticcia, più complessa e incredibilmente ricca di dettagli inattesi, di quanto noi stessi ci immaginiamo.

[Segue...]


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