Sembra già passato un secolo da quando Papa Francesco, lo scorso mese di aprile, ha telefonato a Marco Pannella mentre costui era impegnato nel suo ennesimo digiuno. Ora però tutto è cambiato ed i rapporti fra Santa Sede e Radicali sono decisamente più freddi, o almeno così sembra a giudicare dalle parole arroventate che Marco Perduca, rappresentante all’Onu del Partito Radicale, ha riservato al Santo Padre reo, nei giorni scorsi, d’essersi apertamente schierato contro ogni regolamentazione delle cosiddette droghe “leggere”, una delle battaglie radicali per eccellenza.
«Il mercato turpe denunciato dal Papa è frutto del proibizionismo e non delle caratteristiche intrinseche delle sostanze stupefacenti illecite – ha tuonato Perduca – sono oltre 40 anni che il Partito Radicale denuncia che i danni relativi alle “droghe” non derivano da esse, ma dalla proibizione. E il mero fatto che ogni anno aumentino la produzione, il consumo e il commercio di tutte le sostanze proibite e che ogni giorno vengono scoperte nuove droghe dovrebbe insinuare il dubbio, anche nei meno addentro alla materia, che il proibizionismo abbia abbondantemente manifestato i suoi fallimenti».
L’infondatezza di questa tesi, che pure a qualcuno sembrerà convincente, è dimostrata dallo stesso caso italiano dato che, pur con una legislazione “proibizionista”, dal 2010 in poi – stando alla Relazione annuale al Parlamento – il consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione generale (15-64 anni, uso di sostanze almeno una volta negli ultimi dodici mesi) risulta in calo (p.7), altro che aumento del «consumo» o del «commercio di tutte le sostanze proibite». Il punto però è un altro, e cioè che dopo una luna di miele mediatica avviata con la ricordata telefonata del Santo Padre a Pannella, adesso, a quanto pare, i Radicali sembrano non gradire più il pensiero di Papa Francesco.
Non si tratta tuttavia di una novità assoluta dato che quelle vecchie volpi dei Radicali, ormai da diversi anni, sono soliti – per tentare di tirare acqua al loro mulino – dichiarare stima per il Santo Padre allorquando costui condanna la povertà nel mondo o il sovraffollamento nelle carceri. Quando però la critica del Papa – com’è avvenuto nei giorni scorsi – si focalizza su un tema caro a Pannella e ai suoi seguaci, ecco che la musica cambia e fioccano critiche anche molto pungenti. Perché a tutti, si sa, può capitare di sbagliare: anche al Papa. Ma non ai Radicali ovviamente, eterni ed intoccabili predicatori del Progresso civile.