Una cosa che ho sempre vissuto in prima persona è la difficoltà per individui che appartengono a diversi livelli sociali, come rango, di entrare in contatto proficuamente, in modo pieno: ognuno di noi sente come difficoltoso relazionarsi con chi ci fa sentire più poveri, più ignoranti, più deboli,, più intelligenti, perché il nostro amor proprio non vuole assolutamente vedere un orizzonte di vita in cui noi siamo in difficoltà.
Allo stesso tempo, avere caratteristiche personali, nelle variabili socio-demografiche, fisica, intellettuali, estetiche, che ci pongono in una dimensione di superiorità, vera o presunte, ci espone alla deriva dell’arroganza: quanti politici non resistono alla tentazione di umiliare chi non possiede il loro potere ? Quanti bulli ‘schiacciano’ la personalità dei loro coetanei, che non sanno essere ‘forti’ nel gruppo come i primi ?
Gli steccati dell’umanità non sono solo i muri di una caserma, ma risiedono nelle nostre menti: non avete mai sospettato neanche una volta, che una ragazza molto bella, come la celebre attrice della foto, sia oggetto di chiacchiere e pregiudizi magari solo per una malcelata invidia della sua bellezza fisica (che non va a negare quella mentale) ?
Noi viviamo di pulsioni positive e negative verso gli altri (Eros e Thanatos di freudiana memoria), la superiorità o l’inferiorità ritenuta presente negli altri, ci preclude un rapporto sereno e veramente empatico verso le loro istanze, verso i loro pregi, sbagli, in definitiva verso la loro persona.