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I rischi di Snapchat

Da Roberto Romano
I rischi di Snapchat
Snapchat è un servizio di messaggistica istantanea per smartphone: consente di inviare foto che restano visualizzabili sul dispositivo del destinatario solo per un certo numero di secondi, per poi essere automaticamente cancellate. Fondata nel 2011 a Los Angeles, Snapchat veicola oltre 50 milioni di messaggi al giorno (dato del 2013, in crescita esponenziale) ed ha recentemente rifiutato offerte miliardiarie di acquisizione da parte di Facebook e Google.L'app è molto utilizzata da adulti e adolescenti d'oltreoceano e inizia a diffondersi anche in Europa e in Italia. E' divenuta l'app d'elezione per la pratica del sexting, ovvero lo scambio d'immagini sessualmente esplicite. Secondo un'indagine condotta dal portale specializzato Skuola.net su un campione di oltre tremila studenti italiani di scuole medie, superiori e università, il 30% degli intervistati conosce l'app, anche se a utilizzarla effettivamente è solo il 7%; tra questi, tuttavia, ben 3 su 10 la usano con lo scopo di ricevere e/o inviare immagini osé. Più della metà degli intervistati, il 54%, frequenta le scuole superiori e quindi ha un'età compresa tra i 14 e i 19 anni, con una preponderanza femminile tra gli utilizzatori ai fini di sexting. Sebbene, a conti fatti, Snapchat sembra attualmente usata per il sexting da poco più del 2% del campione intervistato, il dato è certamente in crescita, in quanto è parallelamente in crescita il fenomeno del sexting, come si evince da un'indagine del 2012 di Telefono Azzurro, svolta da Eurispes, la quale ha denunciato come un adolescente su quattro abbia ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale. Il dato è ancora più preoccupante se pensiamo che la stessa indagine ha rilevato che il 41,9% dei minori intervistati "non ci vede nulla di male" e il 16,1% "Si fida della persona a cui è stata inviata la foto/il video".
La ragione per cui Snapchat è divenuta l'app preferita per fare sexting è ovviamente la sua principale peculiarità, cioè  che le immagini si autodistruggono alcuni secondi dopo essere state visualizzate. Dunque, questo incita gli utilizzatori ad un uso ancora più disinvolto. Ma le cose non stanno affatto così.Esistono diversi stratagemmi per conservare le foto ricevute: dalla semplice istantanea ("screenshot") della schermata ad applicazioni dedicate che riescono a svelare le immagini ricevute nella memoria dello Smartphone (come SnapCapture for Snapchat o Snaphack). Le prove di questa mancata cancellazione delle immagini si trovano su un altro popolare Social Network, anch'esso sempre più diffuso tra i giovani: Instagram. Basta cercare sotto l'hashtag #Snapchat per trovare esempi molto concreti di che cosa sia il sexting.Inoltre, secondo la Gibson Security, nell'app per Android e iPhone c'è un bug di sistema che permetterebbe ad hacker malintenzionati di conoscere i numeri di telefono degli iscritti a Snapchat, attraverso la funzione Trova Amici. Snapchat stessa avvisa gli utenti che esiste il rischio che il destinatario conservi una copia dell'immagine con uno screenshot o altri metodi. Nella Privacy Policy dell'app si legge: "...Inoltre, come per qualsiasi altra informazione digitale ci possono essere modi per accedere alle foto, mentre sono in visione sui dispositivi dei destinatari o anche dopo che sono stati eliminate".
Come Facebook o Ask.fm, anche Snapchat cambia pelle di continuo per allargare la platea degli utenti: a ottobre dell'anno scorso è arrivata la funzione Snapchat Stories, che permette di condividere la propria giornata con gli amici, collegando foto e video insieme in "storie" in cui ogni scatto dura per 24 ore. "La tua storia non finisce mai ed è sempre in evoluzione. La fine della tua storia di oggi è l'inizio di quella di domani" hanno dichiarato al quartiere generale di Snapchat, lanciando la nuova funzionalità. Dunque, dopo Ask.fm, un altro Social Network da tenere sotto controllo, nei confronti del quale sensibilizzare i giovani sui rischi di un uso sconsiderato e verso cui fare pressione affinchè gli sviluppatori si adoperino per ridurre  il rischio di usi inappropriati da parte dei minori.
(Fonti: Wikipedia, Panorama, Repubblica, Skuola.net, Telefono Azzurro)

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