Una Coppa sospesa tra due continenti. 5° puntata: La Coppa Intercontinentale Europeo-Sudamericana. 1989-1994
Inizia così, il 17 dicembre 1989, un periodo che in cinque anni vede i rossoneri protagonisti di ben quattro edizioni della competizione europeo-sudamericana. Il bilancio complessivo è, però, in parità: alle due vittorie ottenute con Sacchi in panchina fanno da contraltare le due sconfitte subite da Fabio Capello, uno che nella sua carriera da allenatore ha vinto tantissimi campionati, ma ha perso qualche finale di troppo.
Il bis sacchiano arriva nel dicembre 1990, con molta più tranquillità dell’anno prima: un rotondo 3-0 ai paraguayani dell’Olimpia Asunción griffato Rijkaard, Stroppa e Rijkaard. Il tris in Coppa Campioni e, quindi, anche in Coppa Intercontinentale sfuma nella notte di Marsiglia qualche mese dopo. La Stella Rossa batte poi l’Olympique nella indimenticabile finale di Bari (per la sua bruttezza) e porta a tre le vittorie consecutive del vecchio continente in Toyota Cup alla fine del 1991: un altro 3-0, questa volta ai cileni del Colo Colo, grazie a una doppietta di Vladimir Jugović e al gol di Darko Pančev.
1992: Raí anticipa Ronald Koeman
È il São Paulo a riportare la coppa in Sud America e, poi, a dare il primo dispiacere al Milan di Capello. Nel 1992 una doppietta di Raí, il fratello lento di Socrates, ribalta l’iniziale vantaggio siglato da Stojchkov per il Barcellona: splendida la punizione che dà il 2-1 finale, ma bello ed emozionante l’intero match.
Nel 1993 è, invece, Toninho Cerezo il migliore in campo, nonché il vincitore della Toyota a bordo campo. I brasiliani, forti di un’altra vecchia conoscenza (Muller) future e di due futuri “italiani” (Cafu e Leonardo), vince 3-2 una partita tiratissima ed equilibrata. Ed è giusto così, perché il Milan è a Tokyo in sostituzione dell’Olympique Marsiglia, squalificato per illecito pochi mesi prima.[1]
L’anno dopo, invece, il Milan il diritto a esserci se l’è conquistato sul campo demolendo il Barcellona in finale di Coppa Campioni, ma la stagione 1994/95 non è di quelle giuste. Così gli argentini del Velez Sarsfield, guidati in panchina da Carlos Bianchi e in campo da Chilavert, trionfano 2-0. I gol, di Trotta su rigore e Asad, vedono la collaborazione di Costacurta, uno che con la Coppa Intercontinentale non ha mai avuto feeling. Ma prima che il Billy nazionale e il Milan siano protagonisti di un’altra notte no a Tokyo passeranno nove anni.
federico
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[1] L’Olympique Marsiglia di Tapie è squalificato dalla federazione francese e privato del titolo 1992/93, a seguito del tentativo di corruzione denunciato da alcuni giocatori del Valenciennes in merito alla partita di campionato del 20 maggio 1993 (vinta 1-0 dall’O.M.). La UEFA nel settembre del 1993 squalifica i francesi per un anno e, quindi, impedisce loro di disputare la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale, competizioni in cui viene sostituito dal Milan. L’O.M. aveva conquistato titolo continentale proprio ai danni dei rossoneri (Monaco, 26 maggio 1993, Olympique M.-Milan 1-0, Boli 43′). Alla fine della stagione 1993/94 l’O.M. è retrocesso in seconda categoria e la licenza di dirigente sportivo di Bernard Tapie viene ritirata