I segni di compleanno

Da Gynepraio @valeria_fiore

Oggi  è il compleanno di voi-sapete-chi, e domani è il mio compleanno. Io compio 33 anni, lui 41 (questo per acclarare che io sono incredibilmente giovane e che lui ha vinto un terno al lotto mettendosi con me). Stasera andremo a cena fuori, e gli darò il mio regalo che però non posso dire cos’è perché, anche se non ha mai letto una sola riga di questo blog, quello di fottermi la sorpresa non è un rischio che mi sento di correre. Ma nei prossimi giorni lo metto su Instagram così se volete sapere cos’è vi tocca seguirmi. Che vecchia faina che sono.

E per me, anche quest’anno, niente wishlist di compleanno. C’è già uno sciame di sogni e desideri che

mi gira per la testa, e sono tutti incredibilmente allettanti, e importanti, e a modo loro accessibili. Questa nebulosa di sogni e desideri è fitta, e loro si agitano, aleggiano, s’intrecciano così velocemente che non riesco a isolarli o a guardarli in faccia. Nè a sceglierli.

Questo movimento interiore, che io alimento con il mio desiderare stesso, mi fa male: mi rende inquieta, incompiuta, insoddisfatta. Anche dispersa, dispersiva, disfattista. Ma soprattutto stanca, perché dentro di me c’è sempre un alveare, un formicaio di sogni e desideri in moto perenne. Parlano, anche. Mi sembra di sentirli dire: “Desidera me, Valeria, così esco da te e divento vero!”

“Bravo, va’, diventa vero, così finalmente mi lasci stare” penso io.

Io vorrei liberarli, questi sogni e desideri, perché non tutti mi appartengono. Anzi, io, con il mio desiderare costante e indiscriminato li trattengo a me, e impedisco loro di andarsene laddove sarebbero apprezzati e compresi. Là, dove ci sarebbe una ragazza disposta ad accoglierli e dare loro vita, non tenerseli dentro come dei souvenir, dei canarini in gabbia, delle opzioni, dei “potrei ma non so”, dei soprammobili.

Io ci ho provato a dire ai sogni e ai desideri di mettersi seduti, di stare buoni buonini e farsi guardare in volto, soppesare, interrogare. Ma ognuno ha i sogni e desideri che si merita, e i miei sono pretenziosi, presuntuosi, egoisti. Non vogliono supinamente farsi scegliere: vogliono essere scelti.

Allora ho pensato che per il mio compleanno non chiederò sogni: io chiederò segni. Ho bisogno di un fenomeno, un dito puntato dall’altro, un messaggio divino che inequivocabilmente mi faccia capire: vai là, quello è il tuo desiderio, dedicati a lui, rendilo vero.

Nell’attesa che il segno si manifesti, io continuerò a fare i grattini sul collo ai miei sogni già realizzati, che sembrano poca cosa rispetto a quelli ancora inespressi, ma che invece sono tanta roba: corro più di 10 km, ho una casa da condividere con voi-sapete-chi e con tutto l’Instagram, dei genitori fantastici, tantissimi amici e amiche,  e ben 7000 followers su Bloglovin. Ah, no, scusate, quest’ultimo è ancora un sogno. Volevo solo dirvi che cerco di stare bene comunque, perché le cose belle e speciali preferiscono manifestarsi alle persone felici.

PS Ciao Dio, già che ci siamo, se possibile, questo segno non dovrebbe essere troppo criptico, che son scema e bionda, e mi confondo facilmente, grazie, ciao.


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