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I segreti del bosco proibito

Creato il 12 settembre 2012 da Libereditor

Fin da quando aveva memoria, ogni cartina di Portland e dei suoi dintorni che Prue aveva visto aveva al centro una grossa macchia verde scuro, che si estendeva come muschio dall’angolo nord-ovest a quello sud-ovest, siglata con le misteriose iniziali ‘L.I.’ Non aveva mai pensato di chiedere fino a una certa sera, prima che Mac nascesse, in cui era con i suoi genitori in salotto. Suo padre aveva portato a casa un nuovo atlante, ed erano seduti insieme sulla poltrona a sdraio; sfogliavano le pagine passando il dito sulle linee di confine e leggendo ad alta voce i nomi esotici dei paesi lontani. Quando arrivarono alla cartina dell’Oregon, Prue indicò la piccola pianta di Portland sulla pagina e fece la domanda che l’aveva sempre lasciata perplessa: «Che vuol dire L.I.?»

La vita di Prue si svolge in modo tranquillo fino a quando un giorno uno stormo di corvi le porta via suo fratello. Prue è disperata: i suoi genitori glielo avevano affidato a lei e ora è in pericolo nel Luogo Impenetrabile di cui nessuno sembra voler parlare.
Prende così il via una mirabolante avventura che porterà Prue e la sua amica Curtis al centro di questi luoghi desolati e inesplorati. Lì troveranno un mondo oscuro e indecifrabile pieno di creature enigmatiche e tenebrose e non ci metteranno molto a capire di essere al centro di una grande e decisiva battaglia per affrancare finalmente la terra di Wildwood.

«Sta per ‘Landa Impenetrabile’. Ed è così».
«Perché non ci abita nessuno?» chiese Prue.
«Per tutti i motivi per cui nessuno vive in quella parte della Russia. Quando i coloni arrivarono qui e cominciarono a costruire Portland, nessuno volle costruire lì la sua casa. La foresta era troppo fitta e le colline troppo ripide. E poiché non c’erano case, nessuno pensò di costruire una strada. E senza strade né case, il posto rimase così com’era: vuoto. Nel corso del tempo la foresta è diventata ancora più fitta e inospitale. E così la chiamarono Landa Impenetrabde, e fu chiaro a tutti che dovevano stame lontano.» Suo padre passò una mano sulla cartina con un gesto conclusivo e poi strinse delicatamente il mento di Prue fra pollice e indice. Avvicinando il viso al suo, disse: «E non voglio che tu ci vada, mai e poi mai». Le mosse su e giù la testa, in modo giocoso. «Capito, piccola?»
Prue fece una smorfia e liberò il mento. «Sì, ho capito». Tornarono entrambi a guardare l’atlante, e Prue appoggiò la testa sul petto del padre.
«Dico sul serio» ribadì lui. Lei lo sentì irrigidirsi sotto la
guancia.


Colin Meloy

Wildwood
I segreti del bosco proibito
(traduzione di Valentna Daniele)
Salani
2012


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