
Eccheccazzo..
Ecco la trama così come la si trova in quarta di copertina:
Prendete una dose di depressione calvinista, irroratela con un po' di senso di colpa cattolico e lasciate macerare per circa trecento anni in un ambiente freddo, buio e umido. Guarnite, poi, con tartan sgargiante e ridicolo, e accompagnate il tutto con fiumi di birra. E' questa la Scozia di Irvine Welsh, nonché l'habitat, livido e tutt'altro che inerte, in cui si svolgono le gesta dei due protagonisti del libro: Danny Skinner e Brian Kibby, il primo poco più che ventenne, ispeziona ristoranti per conto del Comune, beve come se glielo avesse prescritto il medico e si porta a letto tutte le ragazze disponibili. Il secondo è un collega, anche lui giovanissimo, ma agli antipodi per forma e sostanza: astemio, timorato di Dio e terribilmente imbranato con le donne. Odio a prima vista: questo è perlomeno il sentimento che attanaglia fin da subito Danny, che si lancia anima e corpo in una sistematica distruzione del rivale. Ma solo per scoprire che i rispettivi destini - di carnefice e vittima - saranno indissolubilmente legati, in un crescendo di perversità e vendetta..
Ed ecco qui invece le mie solite quotazioni random:
Aitken strinse le labbra come se qualcuno gli avesse mollato un peto sotto il naso nella chiesa dove serviva come anziano.
Che gli posso rispondere? Forse qualcosa come "Su questo pianeta ci sono miliardi di persone e comincio ad avercele un po' piene di vedere sempre i soliti venti o trenta stronzi?" Potrebbe prenderla sul personale.
Traynor sembrò cogliere la vibrazione proveniente da Skinner verso McGrillen, e cercò di sdrammatizzare parlando del più recente film porno-religioso che aveva visto. "Dio, gli piace guardare.. cazzo è il migliore, lo giuro sul tuo culo."
Non che Leith non gli andasse: per certi versi lo adorava, ma gli garbava l'idea di stare in un posto diverso, e avere sempre questo per tornare. Forse si può amare qualcuno senza volergli restare vicino tutto il tempo, pensò.
Grinta e deciso, diceva mio papà. Non me ne infischierebbe di farmi male o di far male a un altro. Perchè adesso so che fare le cose non ti ferisce, resti ferito se le eviti.