Le tanto attese previsioni della Commissione Europea per 2013-14 sono finalmente uscite. In una frase, possono essere riassunte così: la situazione è grave, ma l'Unione Europea sta gradualmente superando le turbolenze e, indovinate un po', la seconda metà dell'anno sarà migliore!
Lo abbiamo già sentito. Ogni previsione di primavera dipinge un quadro negativo, per poi prevedere un un miglioramento in autunno. E ogni anno l'autunno si rivela per quello che dovrebbe essere in natura, peggio della primavera...
Ho provato a fare un semplice esercizio. La figura seguente mostra l'errore di previsione della Commissione per le stime di crescita del PIL della zona euro PIL. Ho usato tre diversi orizzonti temporali. La previsione dell'autunno dello stesso anno, quella della primavera dello stesso anno, e quella dell'autunno dell'anno precedente. Un esempio può aiutare a chiarire: le tre barre per il 2012, rappresentano l'errore della previsione dell'autunno 2011 (blu), delle previsioni di primavera 2012 (rosso), e dell'autunno 2012 (giallo).
Non sono abbastanza esperto per giudicare se questi errori siano "grandi" o "piccoli". La previsione è un esercizio impervio, soprattutto in tempi di crisi acuta (la Commissione ha sottovalutato sia la gravità della recessione nel 2009, che il rimbalzo del 2010). Eppure, anche un osservatore casuale come me, non può fare a meno di notare due cose: la Commissione tende ad essere troppo ottimista e le previsioni risultano essere in generale più elevate rispetto ai valori poi osservati. Non dovrebbe essere così. Mentre mi aspetto che un governo gonfi un po' i dati, un organo tecnocratico e neutrale dovrebbe avere un errore di previsione in media nullo.
È anche sorprendente che la Commissione resti eccessivamente ottimista nel novembre dell'anno stesso per cui fa la previsione (barra gialla). Per capirci, questo significa che nel novembre 2012 la Commissione ha commesso un errore sulla crescita del PIL per il 2012 (e così ha fatto nel 2008-09-10-11 ...)
Nel loro insieme queste osservazioni sembrano indicare un uso politico delle previsioni da parte della Commissione. Essendo eccessivamente ottimisti, gli economisti di Bruxelles da un lato cercano di proteggersi dalle critiche sugli effetti delle misure di austerità che la Commissione contribuisce ad imporre alla maggior parte dei paesi europei; dall'altro, probabilmente, sperano di innescare la ormai celeberrima fata della fiducia che dovrebbe indurre il settore privato a compensare il consolidamento fiscale e quindi risollevare l'economia dell'UEM: "Ehi, guarda, le cose andranno meglio, andiamo fuori a spendere". Vano tentativo, se volete la mia opinione...
Se si prende l'errore medio degli ultimi 5 anni, e si suppone che per il 2013 la Commissione faccia lo stesso errore (questo veramente è un mero esercizio intellettuale privo di qualsivoglia rigore!) si ottiene una figura del genere:
A questo punto ho la mia personale previsione per la crescita 2013 dell'eurozona. Si va da -0,54% a -1,14%. La Commissione prevede -0,3%. Staremo a vedere ... (*) senior economist OFCE, Parigi - fsaraceno.wordpress.com