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I soldi sulla monnezza napoletana , un toccasana per aziende colluse con la mafia e la camorra. tutto grazie al benestare dei politici

Creato il 29 settembre 2011 da Madyur

Torna di moda la monnezza a Napoli. La Ue vuole condannare l’Italia. I Tg , che quando Napoli era gestita dal Pdl , ne parlavano solo per condannare le persone che manifestavano di fronte alle discariche , ora risaltano la colpa di De Magistris ( ma ha colpa?).

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Caldoro , governatore della regione, e De Magistris, sindaco della città, affermano che bisogna cercare in altri palazzi la responsabilità ambientale della monnezza di Napoli. Ma il problema e il disagio è più grande di quello che ci mostrano. In 5 anni sono andati in fumo, come i sacchi dell’immondizia nelle città, 20 milioni di euro come un bellissimo gioco di prestigio. Con la monnezza che è diventata oro per ditte con assetti societari con contorni opachi.

A garantire posto ai sacchetti napoletani doveva provvedere Luigi Cesaro, presidente della Provincia di area Pdl, su scelta precisa di Berlusconi e del guaglione Bertolaso. Il fatto è che il presidente non è conosciuto per qualche  azione politica, ma per le sue gaffe e per i suoi vecchi rapporti con la nuova criminalità organizzata di Cutolo.

Cesaro , una cosa la fa , mette su la Sapna , società che avrebbe dovuto riportare Napoli e provincia alla normalità e che ora è riuscita a smaltire solo risorse pubbliche : nel suo primo anno a divorato 115 milioni di euro, nonostante la gestione degli impianti sia arrivata solo a fine 2010. Una zavorra per le cassa provinciali, nonostante l’Ente , il cui all’arrivo di Cesaro, aveva ricevuto il massimo dei voti da chi declassa l’Italia nazione. Il tutto vidimato da un collegio sindacale  composto da membri dell'amministrazione provinciale : con il controllore e il controllo di uno stesso colore. Questa è la politica dell’area berlusconiana.

A gennaio cinque presidenti della Provincia avevano firmato l’accordo , davanti a Gianni Letta a al presidente della regione Caldoro, cui era chiaro il primo punto : trovare e aprire  una nuova discarica per Napoli. Cesaro va oltre “Ci penso io”, slogan milanese del Premier ma napoletanizzato. Ma come ben si sa nessuna discarica è stata aperta, nessuna soluzione duratura trovata . E presto si libera anche della responsabilità , affidata a un commissario straordinario. In compenso, quando gli spazi della monnezza stanno per esaurirsi, si preoccupa di stipulare contratti per spedirli fuori regione.

Il prezzo del viaggio è doppio di quando potesse essere un buco attrezzato : 171 euro per ogni tonnellata , a fronte dei 100 per una nuova discarica discarica tra preparazione , gestione, trasporto e bonifica finale. Tutto organizzato dalla Sapna : da Napoli partono tonnellate di rifiuti per Toscana, Emilia ; puglia e Sicilia.

In Emilia 6 tonnellate finiscono nell’impianto di Imola della Akron del gruppo Hera , la multiservizi di Bologna che tra le sue controllate c’è anche Hera Comm Mediterranea, società dove confluiscono gli affari di Nicola Cosentino, a cui è stato chiesto l’arresto per presunti rapporti con la camorra. Nel consiglio di amministrazione siede il fratello, Giovanni. La Hera Comm Mediterranea era nata , nel 2007, per gestire l’energia prodotta da una centrale turbogas a Sparanise, in provincia di Caserta, feudo dei Cosentino. La metà delle sue azioni appartiene a una società , la Scr, i cui soci sono schermati da una fiduciaria. Di certo è che a rappresentarla c’è Giovanni Cosentino , che la stessa società ha acquistato terreni dove sorge la centrale con un guadagno di 9 milioni di euro e che la Hera Comm ha sede nel capannone della società Aversana Petroli , la holding di Cosentino.

La fetta più grossa della monnezza napoletana va in Sicilia, forse a Messina e Trapani. Ma a Messina nessuno sa niente, come riferisce Carmelo Torre , assessore all’Ambiente della Provincia di Messina. Pino Innocenti, amministratore delegato dell’impianto messinese , conferma invece che la monnezza arriva , e senza rischio. Inoltre a Messina arriva persino  la spazzatura della Stir di Giugliano , un trasporto anomalo e un giro d’affari strano. A cominciare dalla ditta che ha effettuato il carico Napoli-Messina : la Adiletta Logistica di Nocera Inferiore , società che nel 2009 era stata colpita da un’interdittiva antimafia atipica dopo aver lungo lavorato con Bertolaso. Inoltre sulla discarica messinese, secondo il Procuratore della Repubblica Messinese, c’è una forte influenza della mafia Barcellonese.  L’ex presidente della società che amministra l’impianto è tuttora sotto processo in associazione mafiosa. Le sue dimissioni hanno permesso alla società di lavorare.


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