(The Usual Suspects)
Regia di Bryan Singer
con Kevin Spacey (Roger “Verbal” Kint), Gabriel Byrne (Dean Keaton), Chazz Palminteri (David Kujan), Kevin Pollak (Todd Hockney), Pete Postlethwaite (Kobayashi), Stephen Baldwin (Ray McManus), Benicio Del Toro (Fenster), Peter Greene (Redfoot), Suzy Amis (Edie Finneran), Clark Gregg (Dottor Walters), Dan Hedaya (Sergenter Rabin), Giancarlo Esposito (Agente Baer).
PAESE: USA 1995
GENERE: Nero
DURATA: 105′
Dopo essersi incontrati ad un confronto all’americana, cinque criminali di mezza tacca decidono di organizzare un colpo insieme. Quando tutto sembra andato per il meglio, si accorgono di essere manipolati a distanza da Kaiser Soze, potentissimo boss del crimine che nessuno ha mai visto…
Presentato fuori concorso al 48° Festival di Cannes, il primo film del (occasionalmente) talentuoso Singer è un piccolo, inventivo thriller di personaggi che è divenuto negli anni un vero e proprio cult e ha consegnato alla cultura pop la famosissima scena – ripresa in migliaia di film e serie tv – del cosiddetto confronto all’americana. Raro caso di film noir vecchio stampo che però, in modo molto postmoderno, trascende il genere e diventa pulp (l’anno prima era uscito nientemeno che Pulp Fiction). Singer conosce bene il cinema e lo utilizza a tutto campo (ci sono addirittura dei flashback “fasulli”), talvolta anche rischiando di apparire auto compiaciuto e manierista (lo stile patinato e fumoso è subito passato di moda e sembra già datato); ma il film c’è, e la tensione non cala praticamente mai. Il colpo di scena finale è diventato uno dei più celebri della storia del cinema, soprattutto per quanto riguarda l’arte dello spoiler (“Kaiser Soze è…”). Scritto da Christopher McQuarrie, fotografia (pregevole) di Newton Thomas Sigel.

