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I sommersi e i salvati

Creato il 02 maggio 2015 da Farfalla Legger@ @annamariaa80
  • La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace.[..]
  • E' certo che l'esercizio mantiene il ricordo fresco e vivo, allo stesso modo come si mantiene efficiente un muscolo che viene spesso esercitato; ma è anche vero che un ricordo troppo spesso evocato ed espresso in forma di racconto, tende a fissarsi in un stereotipo, in una forma collaudata dell'esperienza, cristallizzata, perfezionata, adorna che si installa al posto del ricordo greggio. [...]
  • La pressione che un moderno stato totalitario può esercitare sull'individuo è paurosa. Le sue armi sono sostanzialmente tre: la propaganda diretta, o camuffata da educazione, da istruzione, da cultura popolare; lo sbarramento opposto al pluralismo dell'informazione; il terrore.[...]
  • L'oppressore resta tale e così la vittima: non sono intercambiabili, il primo è da punire e da esecrare, la seconda è da compiangere e da aiutare; ma entrambi, davanti all'indecenza del fatto che è stato irrevocabilmente commesso, hanno bisogno di rifugio e di difesa e ne vanno istintivamente in cerca. Non tutti, ma i più e spesso per tutta la loro vita.[...]
  • E' generalmente difficile negare di aver commesso una data azione o che quest'azione sia stata commessa; è invece facilissimo alterare le motivazioni che ci hanno condotto a un'azione e le passioni che in noi hanno accompagnato l'azione stessa. Questa è materia molto fluida, soggetta a deformarsi sotto forze anche molto deboli, alle domande "perché lo hai fatto? " o "cosa pensavi facendolo? " non esistono risposte attendibili, perché gli stati d'animo sono labili per natura e ancora più labile è la loro memoria.[...]
  • Anche nel campo più vasto delle vittime si osserva una deriva delle memoria, ma qui manca il dolo. Chi riceva un'ingiustizia o un'offesa non ha bisogno di elaborare bugie per discolparsi di una colpa che non ha, ma questo non esclude che anche i suoi ricordi possano essere alterati. E' stato notato che molti reduci da guerra e da altre esperienze traumatiche tendono a filtrare inconsapevolmente i loro ricordi rievocandoli tra loro o, raccontandoli a terzi, preferiscono soffermarsi sulle tregue, sui moment i di respiro e sorvolare sugli episodi più dolorosi. Questi ultimi non vengono richiamati volentieri alla memoria e perciò tendono ad annebbiarsi col tempo e perdere i loro contorni. [...]

I sommersi e i salvati, La memoria dell'offesa, Primo Levi.

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