In occasione dell'uscita al cinema dopo 17 anni di Principessa Mononoke, sono tornata a bussare alla porta della filmografia dello Studio Ghibli, che da parecchio era chiusa.
Nel farlo ho scelto un piccolo film, di un piccolo regista, Yoshifumi Kondō, morto prematuramente e che dopo anni da animatore, proprio con questo debuttava alla regia, la sua unica, trasponendo una sceneggiatura del maestro Miyazaki.
La storia si presenta semplice e lineare, con l'elemento del fantastico e del magico che compare solo in parte, e solo nella mente intrepida e ricca di immaginazione di Shizuku.
La protagonista è infatti una giovane studentessa che divora libri, con una famiglia comprensiva alle spalle che non a caso al mondo dell'istruzione è unita visto il lavoro presso la biblioteca del padre, e la prossima laurea magistrale della madre. In questo ambiente stimolante e confuso, Shizuku è già matura ma non ancora capace di prendere una strada per il suo futuro, con la scelta della scuola superiore da compiere e un indirizzo di vita da prefigurare. Nonostante le crisi che questa decisione le porta, Shizuku lascia scorrere senza freni la sua fantasia, soprattutto quando scopre che un altro misterioso lettore legge tutti i libri della biblioteca.
Per il resto, le sue giornate scorrono felici, tra lezioni, confidenze con le amiche e progetti come la traduzione della canzone americana Country Road.
Come spesso accade, è un gatto a cambiare le cose, nella fattispecie un gatto sonnacchioso che Shizuku trova in treno e che, seguendolo, la porta in un negozio d'antiquariato dall'aspetto fantastico. In pochissimo, così, tutto cambia, con gli incontri sempre più frequenti con Seiji, aspirante liutaio, che a lei sembra legato a doppio filo e che la aiuterà inconsapevolmente a maturare e a decidere cosa fare da grande.
Nella semplicità di questa trama, con una protagonista che tra epifanie e impulsi improvvisi ricalca molte storie fatte di percorsi di formazione, c'è però tutta la magia del tocco di Miyazaki. Per quanto banale, infatti, questa storia è capace di emozionare e di divertire, grazie ad una protagonista buffa e intelligente come Shizuku e soprattutto grazie alla capacità del maestro di far tornare e far riprovare tutti i primi palpitanti amori, tutti quei sospiri del cuore figli di estati passate all'aria aperta, di incontri casuali che poco a poco da amicizia diventano qualcosa di più.
A dare poi il tocco magico necessario, è Baron, protagonista di una sua storia in pieno stile Ghibli.
Pur essendo passati 19 anni, pur essendo forse uno dei film meno conosciuti e meno celebri della filmografia, I sospiri del mio cuore resta impresso per l'incantamento che riesce a creare, per quell'effetto nostalgia che la purezza dà, e anche, e soprattutto, per una realizzazione ricca di particolari, di musiche emozionanti e di immagini mozzafiato!
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