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I Superpanini

Da Silva Avanzi Rigobello

Quando vivevamo in campagna, durante la settimana a pranzo mangiavamo sempre da soli perché mio marito rientrava dalla città solo la sera. Quindi in genere il pasto più importante della giornata era la cena, quando c’eravamo tutti.
Coi bambini e spesso mia nonna, che restava con noi per lunghi periodi un po’ in tutte le stagioni, quando volevamo fare festa pranzavamo con un panino super imbottito, che era un modo divertente e trasgressivo di sedersi a tavola.
Durante la bella stagione apparecchiavamo fuori, nel prato sul retro, quello delimitato dagli alberi da frutto e dalle aiuole dei fiori da recidere da cui si vedeva il Lago e ci divertivamo tutti.
Anche nell’ultimo periodo in cui hanno vissuto qui a casa, i ragazzi ogni tanto chiedevano un “Superpanino”, che è la denominazione che avevano dato da piccoli a quella specie di club sandwich che preparavo da tanti anni.

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Il Superpanino non è semplicemente un panino imbottito, è una filosofia di vita.
In un Superpanino ci si mette impegno, attenzione, ricerca di equilibrio e di armonia, esperienza.
Non occorre che sia sempre uguale, qualche elemento può variare, ma è indispensabile che ci siano quattro ingredienti più una salsa, se no non è un Superpanino.
La versione più gettonata è quella che prevede che due fette di pane casereccio, tipo Pugliese per esempio, vengano tostate alle perfezione da entrambi i lati.
Si spalma su una fetta un sottile strato di maionese e ci si appoggia sopra qualche foglia di lattuga, o un ciuffo di valeriana, oppure in questa stagione anche del radicchio rosso di Verona privato della costa centrale.
Si prosegue con qualche fetta di petto di tacchino al forno su cui di appoggiano alcune fettine di bacon reso croccante in microonde, in una padella antiaderente, o sulla piastra, come si è abituati.
Si completa spalmando su un’altra fetta di pane una bella fetta di gorgonzola dolce (quello al mascarpone sarebbe l’ideale) ma chi non ama questo tipo di formaggio può ripiegare sulla robiola o il Belpaese.
Si capovolge quest’ultima fetta su quella già farcita, si preme con dolcezza e si taglia a metà sia per facilitarne l’assunzione che per dividerlo eventualmente con qualcun altro se non si ha troppo appetito.

Se non vi sentite pronti ad affrontare il Superpanino, aspettate pure, ma non fate l’errore di eliminare qualche ingrediente per renderlo più “leggero”: come dicevo, è un modo appagante di nutrirsi senza porsi troppe domande.


Archiviato in:Piatti unici Tagged: bacon, Belpaese, gorgonzola al mascarpone, Gorgonzola dolce, lattuga, maionese, pane casereccio a fette, Petto di tacchino, Robiola, valeriana radicchio rosso Verona

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