Magazine Bambini
Gli hanno dato anche il nome, così come si fà con gli uragani, il che è giustissimo perchè dopo i tristemente famosi Katrina e Irene, arriva un uragano che sconvolge ogni famiglia alla soglia dei due anni del pargolo di casa: i Terrible Two, i terribili due anni.
Ne avevo sentito parlare, ma dato che il mio bambolo è sempre stato sì vivace ma anche solare, tranquillo e generoso, credevo di non dovermi preoccupare più di tanto e che noi avremmo glissato questo fase con scioltezza. Ma quanto mi sbagliavo!
Tutto è iniziato, o meglio, me ne sono accorta, il giorno in cui abbiamo festeggiato il suo compleanno. Intenta a fare gli ultimi giri ho lasciato la pulce dai nonni per sbrigarmela più velocemente e lì nel rispostiglio incasinato di mio padre, ha trovato una carrozzina rosa di nonsisachi. Da quel momento ha deciso che la carrozzina rosa era un accessorio irrinunciabile per un duenne e che lo avrebbe inserito nell'outfit del suo compleanno (dove il rosa, ovviamente, non era minimamente contemplato).
Siamo riusciti a togliergliela di mano per metterlo a letto ma sta carrozzina rosa è stato il suo primo pensiero al risvegli, con conseguenti pianti, urla, strilli che ci hanno fatto arrivare in ritardo alla sua festa (ma senza carrozzina, altrimenti suo padre mi decapitava).
E' iniziato così ed è stato un crescendo di "no", "è mio", "voglio", "faccio io" e altre prese di posizione del genere.
Non so cosa è iniziato a frullare in quella testolina, ma, complice una discreta proprietà di linguaggio ed un vocabolario abbastanza ampio, quindi, la possibilità di comunicare il suo volere e di imporsi contro di noi
( me , in realtà ) ma è iniziato un periodo difficilissimo che, tuttora, non è ancora stato superato.
Dicono che i bambini di due anni si comportino così perchè finalmente capiscono di non dover essere in simbiosi con la mamma ma che, anzi, possono fare già molte cose da soli, tanto che le vorrebbero fare tutte. Così, niente più passeggino o se si va sul passeggino "lo chiudo io", niente mano per strada e si passa solo dove "voglio io", strilla con contorsioni possibilmente in mezzo alla strada con i passanti che pensano che tu lo stia torturando per un nonnulla, voglio la pappa bianca, gli fai la pasta all'olio e dopo "ma io volevo quella verde come Denver" e così via...
Che fare? Ho letto parecchio in giro e tutti dicono di mantenere la PAZIENZA e fin lì alternative non ce ne sono. Ma dobbiamo assecondare questi capricci o no? Me lo sono chiesta molto perchè non vorrei lasciargliele tutte vinte ma nemmeno essere troppo rigida così ho deciso, per quello che è possibile, di girare intorno ai suoi discorsi e di "distrarlo" dalle sue fissazioni. Se, ad esempio, non vuole mangiare, faccio finta di niente e gli chiedo se preferisce la forchetta piccola o quella grande, se non vuole lavarsi se preferisce fare la doccia o andare nella vaschetta, se non vuole mettere le scarpe gli do sempre un paio di alternative così si trova a dover incanalare il suo desiderio di imporsi su una decisione che sì prende lui e gli da soddisfazione, ma che alla fine gli diamo noi e lo distoglie da quello contro cui si era fissato.
Non funziona sempre e soprattutto non è la soluzione a questo lungo (ahimè) periodo di NO ma in qualche modo aiuta.
La cosa più positiva di questa faccenda, è che Samu per assurdo è diventato molto più dolce, ha più bisogno di coccole che mai. Dopo un brontolo e una discussione viene sempre a cercare di "far pace" ed io mi sciolgo come neve al sole...
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