Ronciglione è un’antico borgo medievale in provincia di viterbo, nella tuscia, ad ovest del Lago di Vico, la cui vicinanza unitamente ai Cimini ne fa una località di soggiorno non solo estivo a notevole valenza ambientale.
Ronciglione
Situata lungo un tratto della famosissima via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea, e che conduceva, in epoca medievale, alle tre principali mete religiose cristiane: Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme, vide il suo periodo di maggiore splendore quando passò sotto la signoria della famiglia Farnese, (1526-1649), infatti, gli architetti farnesiani, non interferirono sul preesistente, anzi, operarono con tale criterio che, nel contesto urbano che ne è scaturito,
Torquato Tasso
si possono leggere, ben distinte, sia la fase Medioevale, quella Rinascimentale e Barocca e, tutto questo, fa si ché il paese sia unico esempio sopravvissuto, dopo la scomparsa di Castro, dell’urbanistica farnesiana applicata in modo organico su vasto raggio.
Una piccola curiosità che mi riguarda da vicino, Il paese ebbe una vivacità culturale, legata non solo a varie Accademie, ma anche a stamperie e tipografie, difatti qui fu stampata la prima edizione italiana dell’Aminta del sorrentino Torquato Tasso.
Ma perche parlare di Ronciglione e dei suoi Tortorelli??
Ma perchè Ronciglione ha dato i natali a Marco Mengoni, vincitore della sessantatreiesima edizione del Festival di Sanremo 2013, condotta brillantemente da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.
Fabio Fazio, Luciana Litizietto e Marco Mengoni.
Marco dichiara in una intervista sul sito Aquolinae: “Mangio sano, amo i cannelloni che prepara mio padre. Anche se i fans, dopo avermi visto qualche volta con in mano un Chupa Chups, me ne regalano sacchetti interi che mi riempiono la casa”.
Ma Mengoni è stato per me un aggancio fondamentale, per parlare dei “Tortorelli di Ronciglione”, una pasta povera, tipica del posto e realizzata con acqua e farina e tagliata piuttosto lunga e spessa, ma, in ogni paese della zona, lo stesso tipo di pasta, dalla forma di lombrico assume nomi diversi.
Il più usato è quello di “lombrichelli”, con le varianti di “lumbrichelli” e “lombricoli”, che prende spunto dalla somiglianza con l’omonima bestiolina (il lombrico) in analogia con i vermicelli napoletani di un tempo, chiamati così per la somiglianza con un animaletto simile, ma i nomignoli di questa pasta sono tantissimi e ci sarebbe da scegliere tra quelli in uso in altri paesini della Provincia, molti dei quali fanno riferimento al piccolo organo
lavorazione dei tortorelli
genitale dei bambini o al bastone, che in dialetto viene chiamato “tortoro”. Ne ricordiamo qualcuno: con il termine di “Culitonni” sono conosciuti a Vignanello e a Canepina, ”Lilleri” a Grotte di Castro,“Tortorelli” a Ronciglione,“Pici” a Latera e Caprarola, “Pisciarelli” a Bagnoregio, spostandoci in altre regioni troviamo la stessa pasta che nella toscana prende il nome di Pici/Pinci Lilleri / Tortorelli / Filarelli / Chicarelli / Bighi / Bichi / Pisciarelli / Ombricoli / Cavatelli in Toscana, lunghetti a Castiglione d’Orcia, Rintroceli a Lanciano, Sagne, chitarra in Abruzzo Laganelle nell’alto vastese, insomma, regione che vai, nomi che cambiano, si servono con i condimenti più vari, che vanno dal semplice sugo al pomodoro, a quello più caratteristico fatto con i fiori secchi di finocchio selvatico o addirittura dolci conditi con ricotta, zucchero e cannella, di tradizione sicuramente più antica che si può far risalire al periodo medioevale.
Per prepararli si fa un impasto a base semplicemente di acqua e farina. Attualmente, si aggiunge un uovo per ogni chilo di farina, anche se ciò contrasta con la tradizione. Prelevate da quest’impasto, uno per volta, dei pizzicotti di pasta, dai quali sulla spianatoia ricaverete a mano degli spaghettoni del diametro di 3-4 mm. e di lunghezza intorno ai 15 cm. Lasciateli asciugare per qualche ora prima di metterli a cuocere in una pentola con abbondante acqua salata.
Il sugo più usato nel passato per condire questo tipo di pasta era quello fatto con pancetta e pomodoro, o quello con aglio e pomodoro detto “sugo finto”, che si alternava con quello all’arrabbiata.
Meno usati erano i sughi con le salsicce, con il guanciale all’amatriciana, con i funghi o con pomodoro e fiori di finocchio seccati al sole.
Tortorelli
Ricetta dei Tortorelli
Ingredienti:
- 600 g di farina,
- 1 uovo,
- acqua qb.
Escuzione:
Su di un piano di lavoro o sulla spianatoia impastate la farina con l’uovo e l’acqua leggermente calda, lavorate bene la pasta e tagliatela in tanti pezzi; lavoratela con le mani tenendola sopra la spianatoia fino a ridurla ad un grosso spaghetto.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con il vostro sugo.