“Ancora una volta le scelte dell’Amministrazione comunale di Positano dimostrano come il buon governo del territorio dia sempre i suoi frutti: fin da subito si è deciso, dopo un attenta valutazione, di non istituire la tassa di soggiorno rinunciando, nonostante attraversiamo un importante crisi economica, agli introiti derivanti da tale balzello; una scelta, seppur criticata da taluni, che si è dimostrata valida in termini di immagine e di salvaguardia dell’economia di una cittadina con una forte vocazione turistica come Positano”, ribadisce il primo cittadino di Positano, Michele De Lucia. Aggiunge il Consigliere Raffaele Casola:
E’ di questi giorni un articolo pubblicato su TTGItalia.com, un magazine on-line di notizie, approfondimenti, analisi e inchieste sul mondo del turismo. Questa rivista on-line permette agli operatori del settore di aggiornarsi quotidianamente e avere informazioni dettagliate e approfondite su destinazioni, prodotti e aziende; inoltre la sua newsletter quotidiana raggiunge ogni giorno più di 54. 000 utenti.
E’ dell’11 febbraio un articolo di Cristina Peroglio in cui si mette in evidenza come i Tour Operator internazionali abbiano posto uno stop ai Comuni che hanno adottato la tassa di soggiorno, ognuno con le sue regole, ognuno con i suoi prezzi, in un confusionario e inestricabile ordine sparso.
Oltre un T.O. su quattro ha ridotto la programmazione dei tour in Italia, proprio per le difficoltà generate dalla diversa applicazione dell'imposta fra le località. Lo rivela l'Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno.
E se fra i clienti finali sono gli italiani, piuttosto che gli stranieri, a mostrare la maggiore contrarietà nel pagamento dell'imposta, fra i tour operator internazionali il giudizio è pressoché unanime: le destinazioni che inseriscono questo balzello lo fanno fuori tempo massimo e diventano antieconomiche. Quindi, è più facile portare i turisti in altri lidi.
I dati dell'Osservatorio sono estremamente significativi: praticamente la totalità dei t.o. (94 per cento) giudica incomprensibile nella sua formulazione l'imposta di soggiorno, con poca chiarezza e scarsa informazione sui comuni che applicano la tassa. Il 63 per cento sostiene che l'imposta ha creato danni economici all'azienda, che è andata a rosicchiare i suoi margini per accollarsi il pagamento del balzello e non farlo ricadere sui clienti, anche perché la decisione di applicare la tassa è arrivata ben oltre i tempi di programmazione. Il 42 per cento dei T.O. aveva già chiuso i cataloghi, con prezzi e tutto, quando è arrivata la doccia gelata.
A fronte di questi dati, il 28 per cento degli operatori ha dichiarato di aver ridotto la programmazione di tour in Italia: antieconomicità e confusione non fanno che creare danni. Anche e soprattutto d'immagine.
Un plauso dunque a quei Comuni che con caparbietà, impegno e competenza sono riusciti ad evitare quest’imposta e a sopperire alla mancanza di fondi con altre strategie.
Turiste prendono il Sole a Positano