Emile Nolde, tramonto
La riflessione di oggi mi porta a trattare un argomento di vasto raggio, cercando elementi di paragone che ci possano dare la possibilità d'interpretazione.Il tramonto nella storia dell'arte. I tramonti esistono da quando esiste il nostro sistema solare. Gli uomini li guardano da quando hanno coscienza, e li ammirano. Gli animali non fanno così che raramente, per raccogliere gli ultimi tepori del giorno. Eppure nella storia lunghissima della pittura occidentale, dagli affreschi di Pompei in poi, dalle pitture vascolari alle decorazioni parietali del barocco, i tramonti non sono mai rappresentati. La loro raffigurazione inizia solo con il romanticismo. Anzi, il tramonto diventa simbolo della meditazione e dell'introspezione romantica. La prima opera che vi propongo in questo confronto di tramonti è un piccolo olio di Emile Nolde, nato nella Germania così nordica da confinare con la Danimarca. Entra nel 1906 a far parte del gruppo Die Brucke (di cui vi ho già parlato) per poi tornarsene a guardare il Mare del Nord e le sue sfumature romantiche. Il sole nell'acqua serale si diffonde in tre colpi rossi di pennello. Gli stessi segni che troviamo in Monet molti anni prima, più giallo dorati, nel 1872, nel suo Impression, soleil levant. Quello che è il sorgere del sole potrebbe in tutti i sensi essere anche un tramonto. Ma molto prima ancora Turner, con le reminiscenze della sua pittura veneziana, aveva dipinto un calar del sole inglese dove i raggi si svirgolano in acqua come in Nolde e in Monet.William Turner, tramonto scarlatto
Tutto questo ci dimostra che scuole diverse, tecniche diverse, temi talvolta quieti e altre volte angosciosi appartengono tutti alla stessa lettura romantica che caratterizzò il Secolo Lungo.