Ogni trimestre della gravidanza è caratterizzato, oltre che da importanti cambiamenti del corpo e delle emozioni, da particolari aspetti psicopedagogici. Conoscerli può aiutare gli operatori che lavorano con le mamme in gravidanza a comprendere meglio le loro sensazioni ed i compiti evolutivi a cui sono chiamate durante il particolare momento della gestazione. Vediamoli insieme.
PRIMO: TRIMESTRE dell’ ADATTAMENTO
In questo trimestre la donna si trova a far fronte al compito di dover far spazio dentro di sè al nuovo esserino. Non si tratta solo di uno spazio fisico, ma anche di uno spazio emotivo-simbolico. Fare spazio ad un altro, ancora sconosciuto, significa mettere in discussione il proprio “io”, a volte faticosamente costruito. Il nuovo ospite si troverà così in mezzo alla conflittualità tra la gioia della gravidanza e il rifiuto di un ospite a cui non si sà che confini dare. Ovviamente tutto ciò avviene a livello inconscio e, nella maggior parte dei casi, il compito evolutivo di adattamento viene superato con successo. Le nausee mattutine, i vomiti, i sogni e le paure non sono altro che le espressioni esteriori della reazione di difesa al “nuovo invasore”.
SECONDO: TRIMESTRE dell’APERTURA
Con il secondo trimestre iniziano ad attenuarsi molti dei disturbi fisici appena citati. Ovviamente non si tratta di un caso. In questo trimestre la mamma ha superato il compito evolutivo di accettazione della nuova creatura e si predispone pienamente al suo bambino. Questa accettazzione si manifesta come un’apertura fisica, attreaverso la crescita della pancia e del bambino, ed un’apertura emotiva, attraverso la pervadente felicità per la gravidanza e per aver “superato” il primo trimestre. La donna crea uno spazio sia dentro di sè, attraverso la pancia, sia fuori di sè, trovando maggiori momenti da dedicare a sè stessa e al suo bambino; si sente piena, soddisfatta e gratificata. Questo trimestre è quindi caratterizzato dalla creazione di un forte legame con il bambino.
TERZO: TRIMESTRE della SEPARAZIONE
Nel terzo timestre spesso le mamme riferiscono diversi disturbi a livello fisico, difficoltà a dormire, dolori alla schiena, contrazioni dell’utero e così via. Queste manifestazioni fisiche non sono altro che l’espressione di un nuovo desiderio che si concretizza a livello inconscio: il desiderio che il bambino nasca, che “l’invasore”, fonte di tutte queste difficoltà, esca dal proprio corpo. Questi disturbi sono perciò funzionali alla mamma per superare il compito evolutivo di separazione, permettendo anche al bambino stesso di sperimentare la voglia di nascere e di uscire, poiché la pancia della mamma ormai “gli sta un pò stretta”.
Forse ti interessano anche:
giochi e attività per la coppia nel percorso di accompagnamento al parto
Le scuole di formazione per gli operatori specializzati nell’educazione pre-natale
Le artiterapie nei corsi di accompagnamento alla nascita
L’acqua e la sua valenza terapeutica