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Una profonda stima e un affetto incredibile mi lega particolarmente a Sergio Stivaletti, colonna portante del cinema di genere a livello indipendente in italia, soprannominato il Greg Nicotero e il Tom Savini italiano, Stivaletti è uno con due palle così, effettista, truccatore di effetti speciali di pellicole ipercult (andate pure su wikipedia e informatevi) che da sempre è rimasto a marcare una presa di posizione stabile nella sua lunga carriera, quella di rimanere sempre in bilico ad un passo dal baratro, credendo in prima persona a progetti nuovi, senza soldi, senza l'ausilio di grosse produzioni alle spalle che ti parano il culo, investendo lui stesso sui progetti in cui credeva. Come i Manetti Bros, Stivaletti ha solcato il mare indipendente del low budget per una vita intera, ed io che ho avuto la fortuna di incontrarlo ad alcuni festivals posso confermare di come sia dedito ad ascoltare le idee e i pensieri delle nuove generazioni di filmmakers senza finte ipocrisie o promesse mai mantenute. Complici gli onnipresenti limiti di budget "I tre volti del terrore" risulta tecnicamente confezionato decentemente, ma quanto alla trama, regia, recitazione e impostazione dell'intreccio dei tre episodi siamo di fronte ad un trash colossale. I picchi di amatorialità sono evidenti e nonostante gli ottimi effetti visivi, i dialoghi scadenti e banali e la comicità involontaria bocciano in toto il lungometraggio che si avvale di una trama minimale per aver motivazioni necessarie di mostrare sequenze orrorifiche: un misterioso professore rivela a dei ragazzi di saper scovare segrete memorie dalle loro menti attraverso una sfera di cristallo (manco fosse Vanna Marchi).Anche se vi sembrerà paraculissimo io sto con Sergio, meglio tonnellate di fim così, con problemi produttivi, ostacoli e disguidi ma che comunque ci provano e non mollano mai, piuttosto che ricevere tonnellate di merda spalata sulla nostra faccia da Neri Parenti e i Vanzina Bros.
Sergio Stivaletti
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