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I Tremonti in spiaggia

Creato il 14 maggio 2011 da Albertocapece

I Tremonti in spiaggiaPrendete una persona civile, educata, rispettosa, fatela stare due minuti con Tremonti e diventerà un potenziale assassino. Il ministro dell’economia farebbe la felicità di Propp e di Jung perché riunisce in sé tutti gli universali negativi, gli archetipi  che ti mettono i bridi nella schiena: è la mela avvelenata, lo specchio infedele, il servo sciocco, il traditore, l’orco, lucignolo, il gatto e la volpe insieme a un Pinocchio arrogante.

Certo sono le stesse caratteristiche che si possono riscontrare nell’insieme del governo, ma in Tremonti assumono due caratteri peculiari: l’insolenza e la sciatteria. Solo da noi la straordinaria reverenza verso il potere rende possibile attribuire a questo modestissimo personaggio un qualche spessore. Così invece di mandalo a quel Paese ce lo teniamo contenti nel nostro.

Se non bastasse la banalità indecorosa e al tempo stesso maligna della sua gestione dei conti pubblici, superata soltanto dalla modestia della sua produzione saggistica, ogni tanto riesce a dare una dimostrazione del suo vero valore. E infatti sul problema delle spiagge, inseguendo la risacca del suo padrone e dei suoi amichetti leghisti, dice:  ”Trovo pittoresco che tutta l’attenzione si sia concentrata  sulle spiagge, di cui non me ne frega un tubo, quello che c’è dentro sono i distretti turistici, che sono fondamentali per questo paese.  Le critiche sono state un atteggiamento pittoresco”.

Forse a lui non gliene fregherà un tubo, ma quello delle concessioni e soprattutto dell’edificazione delle spiagge, guarda caso frega a molti. E anche l’Europa ne è interessata. Perché si tratta della sottrazione di un bene pubblico, perché è un modo di distruggere la bellezza del paesaggio e anche il suo valore economico generale per concederlo a pochi privati, Perché il diritto di superficie renderà permanente questa situazione, visto che qualsiasi costruzione fatta sui litorali apparterà ai concessionari e dovrà essere riacquistata dal tesoro.

Si è davvero pittoresco, ma non la preoccupazione, questo ometto che poi si trincera dietro la burocrazia e le solite sciocchezze falso-efficientistiche. Quelle che dopo 15 anni di sua gestione diretta o indiretta ci hanno condotto ad essere il fanalino di coda dell’Europa.

Solo quando l’aria fritta avrà un valore sul mercato, sarà concesso perdere tempo e occupare spazio per le ulteriori bugie ed ovvietà del ministro. Specie sul Sud per il quale non ha saputo trovare alcuna idea decente e sul cui ritardo si appresta a rivelarci alcune verità etniche. Bisogna riconoscergli però alcune eccellenze quella della protervia, della cialtroneria e dell’incapacità di arrossire. Tre appunto.


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