Fervente cattolico e uomo avventuroso, Guy Fawkes voleva passare alla storia e ci è riuscito, visto che ogni anno gli inglesi lo ricordano. Non è invece riuscito a far saltare in aria il Parlamento di Sua Maestà Giacomo Primo d’Inghilterra, il cinque di novembre del 1605.Del gruppo di cospiratori cattolici, intenzionati a conquistare una maggiore libertà di professione per la propria fede facendo a pezzettini il Re, la sua famiglia e tutti i Lord, Guy ebbe il compito più ingrato. In quella notte di novembre, doveva infatti fare la guardia a trentasei barili di polvere da sparo nascosti in una cantina sotto il Parlamento. L’indomani, alla Camera dei Lord, re Giacomo avrebbe inaugurato l’anno parlamentare con un bel botto.
I complottisti ripresi da una telecamera di sorveglianza
Guy se ne stava seduto lì, al buio, nei freddi sotterranei di Westminster, forse pregando, forse dormendo, forse bevendo Whisky, forse contando i minuti che lo separavano dall’esplosione liberatoria. L’attentato sarebbe stato uno di quelli memorabili, una sorta di Undici Settembre ante litteram. Chissà se avremmo ancora l’abbazia di Westminster se il piano fosse andato a buon fine, certamente il palazzo di Westminster si sarebbe ridotto ad una montagna di lego. Estremisti cattolici pronti a far esplodere trentasei barili di polvere da sparo, due tonnellate e mezzo di esplosivi. Come sono cambiati i tempi in cinquecento anni
Il cattolicesimo, però, ha sempre avuto qualche difficoltà con l’estremismo e più confidenza con il compromesso. E così, uno dei complottisti, Francis Tresham, aveva pensato bene di salvare la vita ad un Lord suo cognato, Willy Parker il Barone di Monteagle. Francis aveva anche un altro cognato alla camera dei Lord, ma forse il secondo famigliare non gli era così simpatico, per cui si accontentò di scrivere una lettera anonima a Willy, suggerendogli di starsene a casa piuttosto che partecipare all’inaugurazione.
La lettera arrivò 10 giorni prima della data. Il barone si insospettì, avvisò le autorità competenti, e nella
La maschera di Guy è anche il volto di Anonymous
notte antecedente la cerimonia partì la perlustrazione di Westminster, scantinati inclusi. Immaginiamo le guardie spalancare la porta della cantina presa in affitto qualche giorno prima dai cospiratori e trovare il buon vecchio Guy seduto su uno dei trentasei barili.
E così l’anno parlamentare del 1605-6 ebbe la sua bella inaugurazione, così come continuò ad averla ogni anno nei secoli, Guy lasciò il mondo terreno in maniera meno esplosiva, ma comunque interessante. La sua condanna a morte prevedeva infatti la recisione dei genitali, successivamente bruciati davanti agli occhi del condannato, e una sorta di squartamento consistente nella rimozione di intestino e cuore, poi decapitazione e infine smembramento per la gioia del pubblico e del Re, rigorosamente presente in prima fila il giorno dell’esecuzione, tre mesi dopo la notte del fallito attentato.
Westminster nella Bonfire night
Guy era l’ultimo a salire sul patibolo, proprio a Westminster. Nonostante la debolezza di tre mesi di tortura, trovò la forza di gettarsi giù dal patibolo prima dell’esecuzione, il che gli consentì di morire con i genitali intatti, sebbene per rispetto del cerimoniale si decise poi di procedere comunque allo squartamento.
Chissà se il buon vecchio Guy ha immaginato che il suo nome avrebbe battezzato una delle notti più divertenti dell’autunno britannico, la Bonfire night, notte di ‘fogheracce’ e fuochi d’artificio, con i sudditi di sua maestà che anche oggi ardono nel fuoco un Guy pupazzo. Non poteva certamente immaginare che da allora, ogni anno, prima dell’apertura dell’anno parlamentare, la cerimonia prevede la perquisizione dei sotterranei di Westminster, un po’ per scaramanzia, un po’ per assicurarsi che qualche popolano arrabbiato non abbia rimediato altri trentasei barili.