Dopo alcuni episodi accaduti negli Stati Uniti, Amazon ha approntato dei nuovi filtri e algoritmi per impedire che venissero usati trucchetti poco leciti per le recensioni di libri e altri prodotti.
Oltre a questo, la comunità degli autori, sia indipendenti che non, hanno alzato le difese, e nel caso si accorgano di “colleghi” che lavorano in maniera poco onesta, li mettono alla pubblica gogna.
A me è appena capitato questo episodio, che definire discutibile è un eufemismo.
Qualche giorno fa, vengo contattato in privato. Non vi dirò né i nomi, né dove, perché non voglio problemi. Ci tengo solo a farvi capire come il modus operandi dei furbetti stia rovinando e sporcando un terreno ancora fertile e che darebbe la possibilità a tanti autori di farsi conoscere.
Il messaggio inizia così:
“Ciao, mi chiamo XXX XXXX. Ho visto che anche tu sei un autore self publisher e che hai diversi ebook fuori. Ti andrebbe una recensione?”
Beh, molto spesso mi hanno chiesto se ero interessato a una recensione, oppure a un’intervista. Mi è anche capitato che mi chiedessero il permesso di parlare di qualcosa che ho scritto. Allora rispondo:
“Ciao, volentieri. Cosa devo fare?”
Qui mi aspettavo che mi chiedesse la copia staffetta o altro, invece… e riassumo, per non trascrivere interamente la conversazione ché casini non ne voglio.
I punti per la recensione, ma soprattutto ciò che ci sta dietro, sono questi:
- Avrei dovuto comprare almeno uno dei suoi ebook
- Lui avrebbe comprato il mio
- Poi avrei dovuto scrivere io la recensione del mio e gliel’avrei passata
- A quel punto, lui mi avrebbe mandato una recensione del suo e io l’avrei dovuta pubblicare su Amazon
- Inoltre, mi avrebbe messo in contatto con alcuni suoi amici, per fare la stessa cosa con loro
- In questo modo, per un buon periodo, sarei stato in buona posizione nella classifica
- Più libri di altri ero disposto a comprare, più quelli del giro avrebbero ricambiato il favore
- Mi ha parlato anche della possibilità di usare un escamotage diretto, che non vi riporterò perché davvero ignobile
Dopo un paio di scambi di battute, in cui mi sono finto interessato per vedere dove andava a finire, ha cercato di ingolosirmi con altre promesse, sempre riguardanti il circoletto di cui fa parte e di cui avrei potuto far parte anch’io. Per raccontarmi altro, però, ha detto che avrei dovuto accettare le condizioni e aspettare che altri fossero d’accordo.
Non possiamo chiamarli ladri? Ah, no? Sanno che comunque si tratta di una truffa la loro?
A quel punto ho detto un secco “NO, GRAZIE”. Il tizio deve essersene anche avuto a male, visto che ha salutato in maniera poco garbata.
Ed ecco allora svelati alcuni misteri di come girano e come raggiungono i vertici delle classifiche nonostante non abbiano:
- Blog personale o blog personale approssimativo e mai aggiornato (quando ovunque dicono che sia necessario)
- Zero attività sui Social (quando ovunque dicono che sia necessaria)
- Zero identità on line (quando ovunque dicono che sia necessaria)
- Se sono sui Social (senza essere un granché attivi) hanno tra gli amici altri ai vertici di classifiche, o presenti da tempo in esse
- Zero attività promozionale (quando ovunque dicono che sia necessaria)
- Copertine abbozzate (quando ovunque dicono che sia un punto fondamentale una buona copertina)
Io posso solo dirti, caro autore BARO, farai forse sì una bella impressione nelle classifiche, ma a lungo termine si vedrà chi scrive seriamente e chi scrive nella speranza di fare il colpaccio imbrogliando le carte. Mi auguro solo che prima o poi la comunity degli autori in Italia dia il via libero al linciaggio pubblico come avviene negli USA, così la gentaglia come te sparirà dal mercato e imparerà che l’onestà e la correttezza non sono valori da buttare nel cesso. Nemmeno il rispetto.