Il governo turco ha cambiato le politiche di gestione e le regole di ingaggio dello spazio aereo intorno al confine dal 2012: da allora in poi, ogni velivolo siriano che supera il confine viene considerato ostile, pertanto può essere abbattuto.
La Siria ha parlato di "palese aggressione," dato che secondo Damasco l'abbattimento è avvenuto in territorio siriano - in effetti l'aereo, dopo l'eiezione del pilota, è caduto a ridosso di Kassab, quasi un chilometro oltre il confine, in Siria. A confermare in parte questa possibilità, anche le affermazioni dell'Osservatorio siriano dei diritti civili, che di solito non è che sia schierato con Assad.
La Turchia, una volta alleato siriano, è attualmente tra i maggiori oppositori del governo di Assad. Ha da sempre sostenuto i ribelli, sia militarmente sia a livello logistico - molti jihadisti sono passati in Siria, proprio grazie alle maglie larghe delle recinzioni di frontiera. Un confine lungo 800 chilometri dove la Nato aveva deciso di piazzare qualche postazione di missili Patriot.
I turchi non avrebbero alcuna intenzione di entrare nel conflitto, almeno apparentemente: anche se è già da un po' di tempo che dalle opposizioni al governo, si mette in guardi sulla possibilità che Erdogan possa giocare la carta dell'avventura militare come leva elettorale (le elezioni ci saranno tra qualche mese).
Nel frattempo, dato il riscaldarsi del fronte locale, l'Opcw ha fatto sapere di aver sospeso le operazioni di carico delle armi chimiche in programma per giorni seguenti.