I genitori si trovano ad affrontare la scelta di vaccinare o meno quando il loro bimbo è nato da poco. Per molti il problema non si pone: lo fanno tutti, lo dice il pediatra, mi arriva la lettera a casa con data e ora dell’appuntamento… non mi resta che presentarmi puntuale e lì finisce il tutto.
Ma per altri genitori non è così facile…
I dubbi si insinuano facilmente, si evocano storie di malattie causate dai vaccini, di bimbi deceduti in seguito ad un richiamo, ci si chiede perché in quel Paese vaccinino così tardi e in quell’altro non vaccinino affatto, sul perché di così tanti anticorpi inoculati in un organismo così piccolo tutti in una volta, sul perché vadano fatti così presto (a due mesi e mezzo il primo), sulla reale efficacia e sulla reale necessità di farli…
Si prova a leggere un po’ in giro e si scopre che il vaccino contro l’Epatite B (malattia che si trasmette sessualmente o tramite contatto con sangue infetto) è stato introdotto tra le vaccinazini obbligatorie dietro pagamento di tangente all’allora Ministro della Sanità De Lorenzo…
Sulla poliomielite si legge che l’esplosione di questa malattia semisconosciuta fino all’inizio del 1900 è dovuta, probabilmente, all’introduzione della vaccinazione contro il vaiolo e vengono confrontati due grafici. Quello che viene usato da chi vuole convincerci a vaccinare:
e quello che viene usato da chi vuole convincerci che non è necessario e che dimostra che la malattia stava già scomparendo prima dell’introduzione del vaccino e che ad inizio secolo (gli anni “tagliati” nel grafico precedente) non era particolarmente diffusa:
Sul tetano. “Malattia” gravissima causata da un microrganismo che si trova potenzialmente ovunque e che diventa pericoloso solo in assenza di ossigeno, quindi solo se riesce ad aggredire ferite profonde dove il sangue non ha buona ossigenazione e, quindi, colpisce pesantemente molto più spesso gli anziani che non i bambini. Ma se il rischio è così alto proprio sopra i 65 anni perché vaccinare un neonato che ancora non gattona e non cammina e non fare campagne serie per promuovere i richiami (ogni 10-15 anni) per le persone adulte e, soprattutto, per gli anziani? Io ho fatto l’ultimo richiamo a 18 anni… chissà se ho ancora anti-tossine a sufficienza da considerarmi protetta…
Poi ci sono i vaccini per le malattie esantematiche, tutte dichiarate pericolosissime, siano morbillo o rosolia o, solo da quando è stato studiato un vaccino, cioè da pochi anni, la varicella. Quest’ultima malattia l’abbiamo passata più o meno tutti e, al massimo, ci ha lasciato qualche segno esteticamente poco piacevole, ma mai ho sentito parlare di gravi danni permanenti. Riguardo il morbillo, invece, è più difficile liquidarlo come una banale malattia: io ricordo benissimo i giorni in cui mio fratello sembrava più morto che vivo quando andavo a cambiargli le pezze gelate sulla fronte, pezze che subito si scaldavano a contatto con la sua pelle bollente.
Che dire della rosolia? Pericolosa solo in gravidanza, ma il cui vaccino viene inoculato a 12 mesi, pur avendo copertura per una decina di anni. O forse non è vero nemmeno questo e anche le vaccinazioni coprono l’individuo per tutta la vita, così come fanno gli anticorpi creati dalla malattia una volta che viene contratta e combattuta dall’organismo? Ma se fosse vero che gli anticorpi prodotti dal vaccino durano di sicuro per sempre, allora alle donne in gravidanza basterebbe chiedere se sono state vaccinate e non sarebbe necessario fare l’esame del sangue per accertarsi che la donna sia coperta, come invece succede.
Ecco. Il mio articolo è sconclusionato, c’è un po’ di tutto, mancano alcuni vaccini, ci sono tante domande, tanti dubbi, termini scientificamente scorretti, dati tendenziosi, opinioni e paure personali. Perché? Perché è così che mi sento. Quando è stato il momento di vaccinare Tabita mi sono informata un po’, ma poi ho seguito i consiglio del pediatra di fare tutte le vaccinazioni perché così avrei ottenuto due trivalenti (divenute una esavalente due anni dopo per Luca) quindi farmaci nuovi e senza elementi dannosi (piombo, mercurio ecc) presenti come eccipienti nelle vaccinazioni singole. Tabita e Luca sono stati vaccinati: obbligatorie, facoltative, MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia). Stanno bene, nessun effetto collaterale.
Poi è arrivata Febe, io nel mio percorso di mamma e donna sono diventata più consapevole della cattiva informazione che riceviamo quotidianamente e ho deciso di aspettare che avesse almeno un anno prima di farle qualcosa. Ora sto cercando di capire contro cosa valga davvero la pena di vaccinarla.
Qualche settimana fa ho scoperto che Gonzales, noto pediatra “naturale”, conosciuto soprattutto per l’autosvezzamento, ha scritto un libro (per ora solo in spagnolo) in favore delle vaccinazioni pediatriche. Dicendo che i dati vengono divulgati in maniera tendenziosa sia da chi è a favore dei vaccini, sia da chi è contro.
E io? Mamma con un diploma di Perito Turistico, con un marito con lo stesso diploma, come posso, come genitore, come possiamo districarci e capire cosa sia meglio fare? Davvero dobbiamo dedicare ore e ore a studiare immunologia, storia delle epidemie, chimica, statistica per riuscire a fare una scelta? Non posso farcela, non ho i mezzi per farlo. Non so distinguere un’informazione manipolata da una che non lo è.
Devo fidarmi. Ma di chi? Non trovo voci “moderate”, ma solo campagne contro, con posizioni arroccate in difesa delle proprie idee, come se la medicina fosse una scienza esatta e a prova di errore e il dialogo tra le parti fosse impensabile.
Perciò questo articolo non dà risposte e sembra un groviglio di idee: non vuole essere una presa di posizione su questo o quel punto, piuttosto una riflessione amara su quanto gli interessi economici e/o di parte possano ledere i diritti fondamentali delle persone: il diritto mio e dei miei figli alla salute e il diritto mio di genitore di poter scegliere al meglio per la salute ed il futuro dei miei fgli.
P.S.: Non ho parlato dei vaccini per le varie influenze perché li trovo così palesemente inutili (come vengono propinati, con vaccinazioni a tappeto, non certo per le persone a rischio) da non meritare di essere menzionati.