Ierisera ho visto un bel programma su Raitre: Ritratti, Vita di Yves Montand.
http://www.youtube.com/watch?v=UZ4kqjAwevs
Grande attore, grande cantante, gran ballerino: un uomo di spettacolo completo. Montand non era soltano questo, era anche un uomo impegnato politicamente che ha vissuto sulla sua pelle la tirannia fascista.
Negli ultimi quindici anni molte cose sono cambiate: ogni celebrazione civile è diventata un'occasione per dividere gli animi. L'abbiamo visto nel corso dei Centocinquanta dell'Unità d'Italia, e lo vediamo ogni volta che si celebra il Giorno della Liberazione.
I valori su cui il movimento di Liberazione si è fondato sono e rimangano gli stessi:
Libertà, Giustizia sociale, Antifascismo.
Libertà: nessuno può essere perseguitato a causa delle sue opinioni, delle sue idee politiche, del suo credo religioso, del colore della sua pelle....
Giustizia sociale: ridurre il più possibile le disuguaglianze sociali, il divario tra chi ha tante opportunità di scelta e chi ha scarse opportunità...
Antifascismo: lotta contro ogni forma di autoritarismo, brutale e violento, ma anche mascherato da una parvenza di pseudodemocrazia.
Nel nome di questi tre valori fondamentali, hanno lottato comunisti e socialisti, monarchici e azionisti, democristiani e liberali; certo, ognuno poneva l'accento più su un valore anzichè sull'altro, tuttavia nessuno disconosceva il valore dell'altro. Il loro riconoscimento era accettato pacificamente. E questi valori, come linfa vitali, si sono trasfusi nella Costituzione.
Da qualche decennio, nel Paese si sono fatte avanti forze politiche e sociali guidate da pulsioni autoritarie, che palesemente vorrebbero ridurre la libertà di manifestare il proprio pensiero, aumenatare il divario sociale, riconoscere cittadinanza al fascismo.
Ecco perché la celebrazione del 25 Aprile non è più un momento di gioia e di concordia nazionale. Quelle stesse forze politiche vorrebbero recintare i valori della Resistenza all'interno degli steccati di sinistra, considerata forza minoritaria nel Paese, e far passare il messaggio che si tratti di una commemorazione di parte. Di fronte a questo tentativo occorre ribadire l'idea che i valori della Resistenza sono un patrimonio dell'umanità, da tutelare e difendere come si tutela e si difende il patrimonio artistico di un paese. I beni culturali, quali testimonianze materiali e immateriali di valore di un Paese, non appartengono a questo o a quello schieramento politico, ma all'intera umanità. Così, anche per i valori della Resistenza: non riconoscerli non vuol dire fare un torto a una parte politica, bensì all'umanità intera, che in ogni parte del mondo lotta e si sacrifica per vederli un giorno incisi sulla loro bandiera e scritti nella loro Costituzione.
Magazine Storia e Filosofia
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