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I vari modi o incipit in cui iniziare un racconto

Creato il 28 dicembre 2014 da Pamelaserafino
 

L’incipit, vale a dire l’inizio di un testo narrativo, è il momento che separa il mondo reale in cui viviamo da quello immaginato dall’autore; esso è molto importante poiché deve stimolare la curiosità del lettore e farlo entrare nell’opera. Esistono diversi tipi di incipit che analizzeremo di seguito.

L’apertura descrittiva consiste nell’introduzione graduale di una serie di notizie attraverso la descrizione di luoghi i cui si svolgeranno o si sono svolti i fatti o dei personaggi che vi prenderanno parte.

” Lo Svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo. Era magico il nome, come l’eccezionalità del viso. Dei pochi studenti ebrei di pelle chiara presenti nel nostro liceo pubblico prevalentemente ebraico, nessuno aveva nulla che somigliasse anche lontanamente alla mascella quadrata e all’inespressiva maschera vichinga di questo biondino dagli occhi celesti spuntato nella nostra tribù con il nome di Seymour Irving Levov (da Pastorale americana di Philip Roth)

Quando arriva settembre, le vaste pianure incolte della Valacchia danubiana si mettono a vivere per un mese la loro millenaria esistenza. La cosa ha inizio esattamente il giorno di san Pandéleimon. In quel giorno, il vento di Russia, quello che noi chiamiamo muscàl, spazza col suo gelido soffio le immense distese, ma siccome la terra brucia ancora come un forno, il muscàl si spezza un po’ i denti. Ma non importa: la cicogna:, che da qualche giorno è pensieroso, punta il suo occhio rosso su chi la accarezza contropelo ed eccola partire verso contrade più clementi, perché lei non ama il moscovita” . ( Da i Cardi del Baragan di Panait Istrati)

Nel primo esempio il tipo di descrizione riguarda quella accurata di un personaggio, che consente di focalizzare l’attenzione su una figura e spinge a chiedersi “chi è?”, “che cosa sta facendo?”. Un effetto simile è ottenuto dai registi cinematografici quando all’inizio di una pellicola inquadrano da vicino, in primo piano, il volto di una persona. Il personaggio non deve essere necessariamente il protagonista; il suo compito è quello di accompagnare, lo sguardo del lettore che si sofferma sulla sua persona e poi allarga il proprio campo visivo entrando direttamente nella scena.

Nel secondo esempio è presentata la descrizione di un luogo in cui si svolgerà gran parte della vicenda narrata, un luogo strettamente connesso all’aspetto psicologico della vita del protagonista.

L’apertura narrativa In questo caso l’autore indirizza l’attenzione del lettore sulle azioni di un personaggio o sui fatti che fanno da “motore” agli eventi, decide così di raccontare subito quanto sta avvenendo senza indugiare nelle descrizioni dei personaggi dei luoghi o degli ambienti sociali.

Era già buio quando arrivai a Bonn.Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticità che si è venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l’edicola dei giornali, comprare le edizioni della sera, uscire fare cenno ad un tassì. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da qualche luogo e sono arrivato in qualche luogo, la mattina ho disceso e risalito scale di stazioni, il pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un tassì ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la corsa, ho comperato giornali della sera alle edicole e, in un angolo riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di questo automatismo. Da quando Maria mi ha lasciato per sposare Zupfner, quel cattolico, il ritmo è diventato ancora più meccanico, senza perdere in scioltezza” (da Opinioni di un clown di Heinrich Böll)

Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte. Aveva cominciato aprendo gli occhi nell’oscurità fonda della sua camera, dove la finestra ben tappata non lasciava filtrare il minimo raggio. Mentre la sua mano, maldestra per impazienza, risaliva lungo le anse del cordoncino cercando l’interruttore, l’architetto era stato preso dalla paura irragionevole che fosse tardissimo, che l’ora della telefonata fosse già passata. Ma non erano ancora le nove, aveva visto con stupore; per lui, che di solito dormiva fino alle dieci e oltre, era un chiaro sintomo di nervosismo, di apprensione.” (da La donna della domenica di Fruttero e Lucentini).

L’apertura in medias res Questo tipo di apertura comporta un rovesciamento parziale dell’ordine cronologico degli eventi. la narrazione parte da un fatto che si compie a storia già avviata, il lettore viene catapultato nel centro della vicenda senza punti di riferimento, per  poi recuperare le azioni antecedenti attraverso una rievocazione, cioè il ricordo di ciò che è già avvenuto, fatta da uno o più personaggi. Il lettore è inizialmente disorientato, ha la sensazione di essersi perso in una storia che non potrà mai capire; poi, continuando la lettura, inizia a cogliere le informazioni necessarie per comprenderla.

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere,al terzo contro i denti. Lo.Li.Ta. Era lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.

Una sua simile l’aveva preceduta? Ah sì, certo che sì! E in verità non ci sarebbe forse stata nessuna Lolita se un’estate in un principio sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell’estate. Potete sempre contare su un assassino per una prosa ornata.

Signori della giuria, il reperto numero uno è ciò che invidiarono i serafini, i male informati, ingenui serafini dalle nobili ali.

Guardate questo intrico di spine”. ( da Lolita di Vladimir Nabokov)

Nell’esempio riportato l’autore racconta la storia dal momento finale  e culminante  : quello del processo del protagonista, il quale sin dalle prime battute di apertura invoca l’amore e il nome di una donna, subito al lettore viene da chiedersi  quale rapporto ci sia tra i due fatti, che cos’ha fatto quest’uomo per affrontare un processo?

Apertura dialogica un tipo di apertura particolare è quella in cui il narratore si rivolge direttamente al lettore e presenta, per sommi capi , la storia che sta per essere raccontata un esempio è dato dall’incipit del romanzo di Ugo Foscolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis

 ”Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un monumento alla virtù sconosciuta; e di consacrare alla memoria del solo amico mio quelle lagrime, che ora mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro che esigono dagli altri quell’eroismo di cui non sono eglino stessi capaci, darai, spero, la tua compassione al giovine infelice dal quale potrai forse trarre esempio e conforto”.

 


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