In nome della madre di Erri De Luca
"Fuori c'è il mondo, i padri, le leggi, gli eserciti, i registri in cui iscrivere il tuo nome, la circoncisione che ti darà l'appartenenza a un popolo. Fuori c'è odore di vino. Fuori c'è l'accampamento degli uomini. Qui dentro siamo solo noi, un calore di bestie ci avvolge e noi siamo al riparo dal mondo fino all'alba. Poi entreranno e tu non sarai più mio".Non so come iniziare. Poche sere fa, un'amica ci ha fatto un regalo: è venuta nella sede dell'associazione genitori di cui faccio parte e ci ha letto questo libro. Lo conoscevo già perché me lo aveva regalato.Farsi raccontare una storia è meraviglioso. Essere ascoltatori puri. Andare di casa in casa come fa questa amica e donare una lettura è indimenticabile. Ora capisco perché i bambini non smetterebbero mai di ascoltare le storie, non dovremmo smettere nemmeno noi adulti.E poi la storia, che storia. La maternità di Miriam, la pacata ma decisa posizione di Iosef, il momento del parto, solitario, e poi le parole della madre al figlio appena nato.Tutto di questo libro è prezioso e commovente. E l'idea che a scriverlo sia stato un uomo fa stordire. E' da un po' di tempo che mi sto interrogando su cosa significhi veramente essere madre. E più mi confronto, più parlo con le persone vicino a me e più mi accorgo che la maternità non è necessariamente legata all'essere donna, che non è decisamente legata solo al parto. Ci sono mille sfumature che partecipano a questo mistero. La cura e la dedizione sono due di questi. Ogni madre si rispecchia in questa ragazzina che si sente potente, pronta ad affrontare le malelingue delle comari, fiera della sua pancia, quasi spudorata. E poi il viaggio faticoso e il parto. E' un libro commovente perché ogni madre vorrebbe che il proprio figlio rimanesse per sempre solo suo e perché ogni passo di un figlio verso la propria indipendenza è uno strappo a volte molto doloroso. Miriam guarda negli occhi il piccolo Ieshu e sa che già non è più suo: " Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli al mondo. Possiamo fare a meno di loro, anche di tuo padre Iosef che è il migliore degli uomini. Pensa: noi usciamo di qui all'alba del giorno e fuori non esiste più nessuno, né città, né esseri umani. Pensa: noi siamo i soli al mondo. Che felicità sarebbe, nessun obbligo all'infuori di vivere. Finché dura la notte è così".
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