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I venerdì del libro (75°): UNA DONNA

Creato il 09 marzo 2012 da Maris

Cara Lilli,

per l'appuntamento consuetudinario con la lettura nato da un'idea di HomeMadeMamma oggi ti propongo un libro "datato", in senso di pubblicato tanto tempo fa (nel 1906), ma che risulta essere ancora attuale: UNA DONNA, romanzo autobiografico di Sibilla Aleramo (pseudonimo di Rina Faccio).

Scorrendo quelle pagine in cui è descritta la fanciullezza, l'adolescenza, la giovinezza di una donna a cavallo tra XIX e XX secolo non si può non sentirsi coinvolti, anche se chi legge sta vivendo un secolo più avanti.

E' una cosa curiosa questa, perchè in realtà c'è la presenza di termini magari un pò desueti, si descrivono abitudini e scenari che oggi sono in parte cambiati, eppure la condizione della protagonista, narratrice in prima persona della propria storia, ce la fa sentire incredibilmente vicina. 

Dapprima bambinetta e ragazzina privilegiata dall'essere figlia di un ex professore poi uomo d'affari che l'ha portata addirittura a fare un'esperienza di lavoro con lui nell'azienda che dirige, con un grado superiore a tanti uomini, operai e non solo; poi ragazza che come la maggioranza deve piegarsi all'autorità maschile, sposarsi giovanissima e subire maltrattamenti tanto fisici quanto psicologici da parte del marito in primis, ma anche dell'ambiente tutto in cui si trova catapultata; e poi ancor giovane ma matura donna segnata dalla vita, con la voglia di affermare la propria libertà e dignità, le proprie idee e con una scelta difficilissima da fare che le costerà quanto di più caro abbia mai avuto.

Non a caso parlo di questo libro della Aleramo, uno dei primi testi femministi apparsi in Italia, il giorno dopo l'8 marzo, festa della donna. Io non amo festeggiare, almeno non come lo si fa oggi, questa data e l'ho ampiamente spiegato in un vecchio post. Mi piace, invece, conoscere cosa accadeva tanti anni fa, come viveva una giovane donna intelligente, con uno spirito anticonformista e combattivo che è stato allo stesso tempo il suo tormento, la causa di tante sofferenze, ma anche la sua salvezza.

Io non sono quello che si può dire una femminista, non amo gli estremismi di alcun genere, ma questo libro mi ha affascinato. E' una lettura che lascia senza dubbio l'amaro in bocca, ma anche uno spiraglio di speranza. E la speranza è che ciò che è accaduto in passato e che per certi versi accade ancora oggi possa esserci di insegnamento e possa darci spunti di riflessione. Perchè l'essere donna a quanto pare non è mai stato facile.  

 

I venerdì del libro (75°): UNA DONNA

 <<Avevo dato l'addio alla vita semplicemente, fermamente, benchè in un'ora di smarrimento, come ubbidendo a un comando venuto da lungi più che alla necessità imperiosa dell'istante. La mia esistenza doveva finire in quel punto: la donna che io ero stata fino a quella notte doveva morire. [...] Un ciclo si chiudeva, l'ordine si ristabiliva.[...] Da un'altra sponda...Come nel punto di darmi la morte, io considerai il  mondo e me stessa con occhi affatto nuovi, rinascendo.>>


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