Questi i vincitori.
Concorso Lungometraggi
La Giuria del 25° Festival MIX Milano - Concorso Lungometraggi, composta da Ferdinando Bruni, Juanma Carrillo, Carla Chiarelli, Giuliano Federico e Myrna Gil Quintero, assegna i premi: Premio Migliore Film: 80 EGUNEAN (di Jon Garaño e José María Goenaga, Spagna, 2010, 105') con la seguente motivazione: In questa rosa di film sui giovani che il MIX ha saputo regalare alla città di Milano, la giuria si è commossa davanti alla storia di due anziane signore che si rincontrano 50 anni dopo la propria amicizia adolescenziale. Due attrici straordinarie che vogliamo qui citare: Josè Ramòn Argoitia nel ruolo dell’inossidabile lesbica anziana e Itzair Aizpuru nel ruolo della buona vecchia madre di famiglia che deve fare i conti con la tardiva scoperta della propria omoaffettività. Per aver trattato con gentile coraggio il tema dell'amore omosessuale tra due anziane signore, per la scrittura attenta a lasciare a ogni personaggio la propria dignità di individuo unico e irripetibile, per la regia sempre concentrata sulla narrazione delle emozioni talvolta contrastanti dei protagonisti e - ci teniamo a ripetere - per la bravura delle due attrici protagoniste.
La Giuria del 25° Festival MIX Milano - Concorso Documentari, composta da Fabrizio Grosoli, Tiziana Lo Porto e Paola Nasini, assegna i premi: Premio Migliore Documentario IL LUPO IN CALZONCINI CORTI (di Lucia Stano, Nadia Dalle Vedove, Italia, 2010, 56') con la seguente motivazione: Per il modo sano in cui descrive la nostra Italia difettosa restituendo senso e dignità a matrimonio e famiglia e per la scelta di raccontare due storie che incarnano valori positivi, coraggiosi e condivisibili.
La Giuria del 25° Festival MIX Milano - Concorso Cortometraggi, composta da Marco Albertini, Andrea Dispenza, Serena Fuart e Claudia Torresani assegna i premi: Premio Miglior Cortometraggio UNIFORMADAS (di Irene Zoe Alameda, Spagna 2010, 18') con la seguente motivazione: La vittoria è dovuta alla creatività nella rappresentazione della scoperta del desiderio lesbico in una bambina, sviluppata con ironica leggerezza, ma, al tempo stesso, con estrema pregnanza tematica, coerenza stlistica e abilità tecnico-narrativa. Da segnalare la recitazione della piccola protagonista, che con piglio sorprendente, dimostra come bambini e bambine - a differenza di molti "giudicanti" adulti -siano assolutamente aproblematici e "sani" rispetto alla scoperta del loro desiderio e rispetto alla costruzione dell'identità di genere.
All'anno prossimo!