“Prima che tu possa rendertene conto hai già pubblicato il tuo libro” recita l’ennesimo slogan ideato da Apple per la promozione di iBook Author.
E la nuova applicazione lanciata con l’evento al Guggenheim di New York – il primo dalla scomparsa di Steve Jobs – sembra essere all’altezza sia degli slogan, che dei tanti rumors che hanno preceduto la presentazione.
iBooks Author, già disponibile su Mac App Store per il download gratuito, consente di realizzare ebook interattivi attraverso l’uso di strumenti, tutto sommato, intuitivi: layout, template e wiget personalizzabili con il semplice drag-and-drop.
Tra le altre cose, l’applicazione consente di:
- importare interi capitoli di testo già scritti con Pages o Microsoft Word e modificarne lo stile secondo le caratteristiche del template scelto;
- organizzare indici e glossari;
- inserire gallerie di foto, video, ogetti 3D;
- aggiungere interattività in ogni pagina con HTML o grazie ai wiget Moulti-touch
Ogni libro così realizzato può essere esportato su iBookstore e iTunes U per la vendita, o distribuito gratuitamente, anche in formato PDF.
Ed è proprio quest’ultima specifica a far storcere il naso ai sostenitori dell’“open content”. Poter vendere i libri realizzati con iBooks Author solo attraverso lo store di Apple potrebbe alla fine rivelarsi controproducente.
Come spiega Marco Calvo su PaginaTre, la rivista di Liber Liber: “Internet ci ha insegnato l’importanza degli standard interoperabili, ci ha fatto vedere quante ottime cose succedono quando le persone sono in grado di scambiarsi informazioni liberamente, ci ha dimostrato come anche l’economia prosperi quando non ci sono oligopoli, rendite di posizione, cartelli.
Tutto verrebbe cancellato se la Apple avesse progettato un sistema chiuso, come altri che ha realizzato in passato, nel quale imprigionare editori, docenti e studenti.