Si è sollevato un gran polverone intorno ai danesi Iceage, al loro approccio sfrontato e provocatorio, alla loro ricerca di un sound iconoclasta che richiami tanto il primo hardcore quanto l’attitudine decadente di scuola post-punk, al loro flirtare con simboli runici e strizzare l’occhio alla zona grigia e alla presunta artificialità di tutto questo mood nichilista. Sarebbe facile parlarne come di una cosetta costruita furbescamente da degli imberbi artistoidi in salsa punk, ormai adottati dai soliti media in cerca della next big thing, eppure qualcosa di buono c’è in un disco che spara dodici anthem venati da un’attitudine scostante e scazzata da perfetti maudit della scena alternative. Dal suono alla scrittura e alle linee vocali, solo all’apparenza buttate lì con noncuranza, tutto ricorda in modo per nulla sottile e quanto mai sfrontato un periodo storico in cui un manipolo di pionieri prendeva in mano l’eredità del punk e la traghettava in qualcosa di originale e creativo, con esiti diversi eppure ugualmente sorprendenti. Dentro You’re Nothing ci sono energia e melodia che si scontrano con un modus operandi non distante da quello che rese famosi gli Hüsker Dü, senza per questo raggiungerne gli esiti e soprattutto con una consapevolezza del risultato cercato di cui per forza di cose erano privi i maestri. Insomma, non si può negare che a fine corsa i brani si siano ben appiccicati in mente e incontrino senza grosse resistenze il favore di chi ascolta. Resta però quella fastidiosa sensazione di déjà vu, di patchwork del lavoro altrui e soprattutto di artefatto che permea l’intero album. Sono giovani, incazzati, sopra le righe e nichilisti al punto giusto, ma in realtà non mordono a fondo come dovrebbero. L’aggettivo perfetto per descrivere You’re Nothing sarebbe carino e già questo dovrebbe apparire come un chiaro segnale di pericolo.
Tracklist
01. Ecstasy
02. Coalition
03. Interlude
04. Burning Hand
05. In Haze
06. Morals
07. Everything Drifts
08. Wounded Hearts
09. It Might Hit First
10. Rodfæstet
11. Awake
12. You’re Nothing