Magazine Fotografia

ICM (Intentional Camera Movement)

Da Marcoscataglini
E' ben noto che gli anglosassoni amano dare un nome, e spesso un acronimo, a ogni tipologia di attività che si possa immaginare e mettere in pratica. Così la vecchia tecnica di muovere la fotocamera durante l'esposizione (possibilmente lunga) per ottenere immagini strisciate e astratte (in fondo anche il panning appartiene a questa categoria), è stata ribattezzata ICM, Intentional Camera Movement, cioè Movimento Intenzionale della Fotocamera (MIF, dunque, in italiano). Comunque, l'acronimo rende perfettamente l'idea della tecnica stessa, perché di questo si tratta: mosso, si, ma intenzionale, cercato, studiato, sperimentato. Uno dei soggetti più sfruttati per applicare questa tecnica è certamente il bosco. Questo perché i tronchi degli alberi, con la loro verticalità, si prestano a servire da "binari" lungo i quali far scorrere l'inquadratura, in modo che mentre foglie e rami diventano macchie di colore grazie alla lunga esposizione e al movimento, i tronchi rimangono riconoscibili, evitando di trasformare il tutto in un ammasso colorato senza capo né coda. Infatti, il successo di questo tipo di immagini è spesso legato al fatto che ci sia almeno un elemento riconoscibile, la cui presenza risulta esaltata proprio dal fatto che tutto il resto è invece privo di dettagli. Semplice come concetto, dunque, l'ICM è meno semplice di quello che sembri dal punto di vista pratico: occorre infatti sperimentare molto e, come si dice, "perderci tempo" prima di ottenere delle foto valide. Sull'originalità, invece, la vedo dura: non c'è fotografo che oggi non abbia in portfolio immagini di questo tipo...
ICM (Intentional Camera Movement)
ICM (Intentional Camera Movement)
ICM (Intentional Camera Movement)

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines