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Idee.

Creato il 16 settembre 2013 da Philomela997 @Philomela997

I Monologhi di Sana – Rubrica

(…)Ecco! All’inizio anche io pensavo fosse odio, l’odio era l’unica cosa che conoscevo, l’odio aveva costituito il mio mondo, mi aveva imprigionato, mi aveva insegnato a mangiare, bere, respirare. Pensavo che l’odio che mi scorreva nelle vene mi avrebbe ucciso. Ma poi è successo qualcosa… a me, come è successo a te.(…)” (V – V per Vendetta)

 

“Cerca più a fondo la tua verità.”

È una frase che mi ripeto sempre,

nel tentativo impietoso di non nascondermi nulla,

di capire sempre, fino in fondo, i miei perchè.

Non è facile, dare una forma alla vita che vorremmo,

o che avremmo voluto;

si incappa in un sacco di guai, di imprevisti, di incertezze e di problemi.

Eppure…eppure il bello è proprio questo.

Quando parti, alla ricerca di una qualcosa di nuovo,

disponi mentalmente tutti i tuoi pezzi sulla scacchiera…

cerchi di figurarti la tua partita, di prevedere le mosse della tua avversaria.

Ma niente poi si rivela perfettamente lineare, niente finisce a prendere la piega che avresti voluto.

Vengono inseriti elementi nuovi, nuovi pezzi, nuove mosse…e le regole del gioco cambiano di continuo, a velocità talmente alta che ti chiedi, nei pochi momenti vuoti, se non sia proprio un altro gioco, quello che stai giocando, ormai?

Ma scopri anche un sacco di cose,

che avevi perso e non sapevi ritrovare più,

persone inaspettate e appassionanti,

sensazioni nuove.

Ritrovo lungo la strada quel briciolo di sano egoismo che sembrava essere scomparso,

quel pezzetto di “solo mio”che mi ostinavo a non ritrovare.

Quel nicchiare sempre sulle paranoie degli altri, ma fare sempre sforzi immensi per non far pesare le mie.

Finalmente riesco a dire NO.

Chiaro, secco, semplice, tondo, senza sentirmi in colpa.

Non ho voglia di star dietro alle psicopatie altrui,

non ho voglia di cose difficili,

non ho voglia di persone invadenti che non capiscono mai l’antifona.

Voglio cose semplici,

il mio è il mio,

il tuo è il tuo.

Io sono fatta così, sono questa, con queste psicopatie e queste paranoie;

no, non starò a fare immense giustificazioni alle tue senza mai prendere in considerazione le mie.

Finalmente, per tre mesi, sono stata felice e non ho chiesto scusa a nessuno.

Ricordi lontani di un altro tempo, un altro mondo…

quando c’era un attimo per chiedersi dove stessimo andando…

quando sentirsi parte di qualcosa era fin troppo semplice e immediato.

Ma poi, poi…

poi ho scoperto che quella non era libertà.

Che il mondo andava profilandosi verso l’oscurità, e non verso l’orizzonte, come invece avrei voluto.

E per sopravvivere, di ogni respiro ho fatto una preghiera di odio.

L’odio e la rabbia mi tenevano in piedi e mi logoravano l’anima.

Non conoscevo che dolore.

Non ero che un residuo, un inevitabile prodotto di un’esistenza di odio.

Perchè il mondo faceva troppa paura, per vivere.

L’odio è stato mio padre, è stato mia madre

il mio amante, la mia migliore amica.

Poi è successo, ho incontrato qualcuno che mi ha ricordato chi fossi,

cosa sognassi.

Qualcuno mi ha tenuta al sicuro, mi ha avvolta nelle pieghe della notte

di una città maledetta, sottraendomi a tutto questo maledetto odio.

Era un posto abbastanza oscuro per piangere.

Quando le mie ferite sono guarite sono partita, in cerca di qualcosa che mi aiutasse a capire.

E mi sono trovata.

E ho trovato altri.

E ho capito che non era l’odio, la parte fondamentale di me.

Era la dignità, l’esigenza, la costanza, il coraggio, la volontà.

L’inesistenza dell’arrendevolezza.

Ho capito che la parte fondamentale di ognuno di noi è nelle nostre coscienze.

E per quanto qualcuno possa tentare di distruggerci, di annichilirci, di farci vivere e pensare come se non valessimo nulla, non ci riuscirà finchè noi avremo ben chiaro quello in cui crediamo.

Che vale davvero la pena, di alzarsi e cambiare la propria esistenza.

Che se cerchi, è sempre possibile trovare altri come te.

Altri disposti a cambiare le cose, le loro vite;

a uscire dalla loro confort zone per non arrugginire.

Disposti a costruire qualcosa di meglio.

Ci siamo trovati, otto vite che si incontrano attorno a un tavolo.

Otto persone che hanno deciso di seguire la propria coscienza, e provare a cambiare le cose.

Che non sono disposte a restare inermi.

A subire.

A lasciarsi andare, annichilire.

Tutti abbiamo i nostri demoni, i nostri personalissimi mostri.

Al mio, che mi ha lasciato più cicatrici di quante sia in grado di contarne,

che mi ha abbattuto lo spirito, la speranza, la felicità,

che mi ha insegnato cosa significa violenza, paura, rabbia

che mi ha fatto vivere un’esistenza di odio voglio regalare una frase:

 

Sotto questa maschera non c’è solo carne, sotto questa maschera c’è un’idea, Creedy… E le idee sono a prova di proiettile. “ (V – V per Vendetta)

 


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