ovvero “I migliori cervelli sotto formaldeide.”
Un tipico simposio greco. Quello col ciuffo platino è, appunto, Platone, autore del dialogo “Pelame”.
Ci sono pomeriggi in cui il libro da studiare mi chiama ma io ho messo la segreteria e lo richiamerò dopo aver ascoltato il messaggio.
In quei pomeriggi ti senti Oblomov e la sola idea di uscire di casa a prendere una boccata d’aria inquinata o, peggio, così ricca di pollini da sembrare di camminare nella tormenta ti terrorizza, l’idea di uscire e incontrare per caso esseri umani ti annienta. E allora cosa fai? Accendi il televisore. E che ti metti a guardare? Passaggio a Nord-Ovest? Un documentario di LaEffe sull’architettura ecosostenibile? Un film di Michelangelo Antonioni? Ma non scherziamo!
In quei pomeriggi il Santo Graal è la televisione generalista.
RaiUno. La vita in diretta. I fedeli e il loro rapporto con il santuario della Madonna di Pompei. In studio Paolo Brosio, Don Mazzi, Alba Parietti e il tizio che bestemmiò al Grande Fratello 5. Che bello. Che meraviglia. Vorrei essere lì. Vorrei essere in quello studio a prendere a testate sul naso quel giornalista che ditemi come è finito lì a fare queste domande inutili, quando qualche anno fa era inviato in Afghanistan. L’abbiamo visto lì, con la khefia, quella pelle bruciata dal sole e il sopracciglio destro sempre allertato e ora chiede a Paolo Brosio cosa a visto a Medjugorje.
Diomio.
Rete4 (ebbene sì, esiste ancora). Forum. Una radiosa Barbara Palombelli e quella sua voce da ragazza di Non è la Rai sono alle prese con la diatriba tra due vecchi rimbambiti che riguarda la costruzione di un secondo piano ad una villetta adiacente ad una che ha i pannelli fotovoltaici. Parola al pubblico. “Ma io, premetto che non ne capisco niente eh?, volevo sapere: ‘sti pannelli fotovoltaici quando piove pe’ venti giorni di seguito a che servono?”
Bene.
RaiUno. La vita in diretta. La scomparsa di una donna sposata con figli. In studio a parlarne una criminologa, un avvocato a caso, poi l’immancabile Pierluigi Diaco, una ex presentatrice televisiva, Fiordaliso, Iva Zanicchi, il Teletubbies verde, un giornalista di nera e Tonio Cartonio. Un bel simposio, non c’è che dire. Lo zenit, però, si tocca quando uno degli opinionisti interviene chiamato in causa dalla presentatrice (che fino all’altro ieri presentava La sai l’ultima e ora si occupa di casi di omicidio, ma vabbè, è versatile come un ballerino di Amici) ed esordisce con un “beh, devo dire che non ho seguito molto ma credo che.”
Viva la sincerità, ma non serviva.
Canale5. Pomeriggio5. Padrona di casa è lei, la regina, la sovrana indiscussa del pomeriggio, della mattina, della sera, di tutte le ore della giornata, lei la mia ragione il mio perché il senso del mio vivere: Barbara D’Urso.
Fino a due minuti prima stava parlando con Guendalina del Grande Fratello di quanta cacca c’è nel pannolino della figlia, ma adesso no. Adesso, come una vera Wonder Woman, Barbara indossa la maschera della persona seria, sconvolge la sua variegatissima mimica facciale e passa alla modalità “cronaca di Pomeriggio5″.
Modalità Gotham City.
Wonder D’Urso contro il Male.
“E parliamo adesso della scomparsa di Pinca Pallina. Sono ormai tre mesi che non si sa nulla di questa donna, di questa madre, di questa donna, di questa madre, di questa qui.”
L’inviata sul luogo (che probabilmente sta calpestando il suolo dove ‘sta povera donna è stata sepolta da chi l’ha ammazzata il giorno stesso che è scomparsa) con quell’aria da commessa del Penny Market, timorosa, balbuziente come me davanti ad una domanda di statistica inferenziale, gli occhi sgranati e la consapevolezza che dovrà parlare per quaranta minuti al giorno del nulla cosmico, inizia il suo intervento, mente la D’Urso finge di essere interessata e in realtà sta pensando alla peperonata della sera prima che le è rimasta sullo stomaco. “Bene, grazie per il tuo puntuale intervento. Se vuoi passare la parola al sindaco, molto brevemente che ho la pubblicità.” E così il sindaco parla, del nulla anche lui, visto che non può saperne niente a meno che non sia lui l’assassino.
E poi si ritorna a parlare di quella volta che Raffaella Fico, alle elementari, era vergine.
Ci sono pomeriggi in cui il libro da studiare mi chiama ma io ho messo la segreteria. E avrei voluto non metterla e rispondere.
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