Questo Drea era anche lui uno di quelli che o per burla o per da vero, dicono che il mondo è fatto male, e che non c’è giustizia: a chi troppo, a chi poco, a chi nulla: chi nuota nell’oro, bello pari in mezzo a tutti i comodi, e chi frigge nella miseria e pate di tutti gli stenti; e che bisogna rifar le parti, e che ognuno abbia la sua.
Un giorno dunque del Quarantotto, che a Lucca c’erano state di gran feste e allegrie e bande e fanfare, e tutti parevano mezzi rimmattucciti dalla contentezza che le cose del mondo mutassero, anche per le nostre campagne s’era sparta la voce di questi gran frucii; e dalle gronde e dai colletti erano scesi al Ponte i contadini, tutti per voler sapere i fatti precisi.
Viene anco Drea bracco bracco; e Zipolo, che a farlo dire c’ingrassava, in più che l’ebbe scorto, fa:
«Drea, ma le sai le cose?»
«No; che novità c’èglie?»
«C’è che hanno riscompartito il mondo!»
«Ero un billo io?! Te lo dicevo che non poteva stare? Te lo dicevo che ci si doveva venire? E ci siam venuti! Te lo dicevo?»
«Hanno ripartito ogni cosa e ora ognuno ha la su’ parte; e a te lo sai che t’è toccato?»
«Che m’è tócco?»
«T’è toccata la punta delle Panie».
«E a te le saette che ci passan di sopra, perdondedio e non sagrato!»
( Idelfonso Nieri, Hanno rispartito il mondo, racconto tratto da “Cento racconti popolari lucchesi”, 1908 )
Alpi apuane – Corchia e Pania