Una volta un uomo, là sulla fine di Maggio, aveva menato il miccio a pascere, e l’aveva lasciato bello libero, perchè si scialasse meglio, e intanto lui attendeva a altro. Dopo un po’ gli vien fatto di voltarsi e non vede più il su’ miccio; guarda di qua, cerca di là, il miccio era sparito. Va un po’ più su e non c’è, va più giù e non lo trova. Allora pensò di montare sopra una quercia, che era lì accanto a uno scepone, per arrivare coll’occhio più alla lontana.
Ci montò, e di lassù alluciava da tutte le parti. Mentre stava così a stralocchiare, eccoti, che vede comparire da una redola una ragazza, e sbucare quatto quatto di dietro alla scepe un giovanotto e venire tutti i due verso la quercia. E lui, curioso, lascia stare il miccio e si mette a guardare che idee avevano.
Lucca – Donne al lavoro in campagna – Foto tratta da “Come eravamo-Lucca” – Ed. Il Tirreno
Erano due che facevano all’amore segreto, e credevano positivo che nessuno se ne fosse accorto. Siccome erano corrucciati, lei aveva fatto sapere a lui che così non ci poteva più stare, e che ci voleva discorrere in tutti i modi, e che ci aveva una cosina da fargli vedere, e gli dava l’appuntamento lì per quell’ora precisa. A lui, che era innamorato morto e si consumava dalla passione più di lei, non gli parse vero e fu puntuale come un campanello.
Si messero sotto la quercia dove si credevano di essere più addoppati, e cominciarono a ragionare per la fine, e a scrutignare il perchè e il per come del malinteso, e in un àmme la pace fu fatta. Quel giovanotto era fuori di sè, era beato! e dalla gran contentezza gli volle schioccare un bacio; ma lei lo tenne ammodino indietro e gli disse:
«No, Cecchino, sii buono; piuttosto bacia questo» e si levò di seno il suo ritratto.
Era venuto un incanto! Così accomodata, con un bel vestito nuovo che gli andava come una pittura, pareva la figliuola di un principe. Lui rimase stupito; l’agguantò e se lo strinse alle labbra e cominciò a dir forte:
«Ho visto tutto il mondo!»
«E il mi’ miccio l’ate visto?» gridò l’omino di sulla quercia.
Poveri figliuoli! essere scoperti e scorbacchiati così!… Piglian la fuga giù per le prode uno di qua e uno di là, e via! Come allicciavano! Parevano due dispacci!
( Idelfonso Nieri, L’uomo che cerca il miccio, racconto tratto da “Cento racconti popolari lucchesi”, 1908 )