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Idem mit Scajola

Creato il 24 giugno 2013 da Albertocapece

La vicenda di Josepha Idem continua ad esercitare su di me una irresistibile fascinazione. Per molti motivi uno dei quali è che i più grandi moralizzatori e accusatori dell’atleta sono stati gli sguatteri del puttaniere, oggi a sentenza, che vorrebbero farci credere in un Cavaliere dama di San Vincenzo beffardamente scambiato per un consumatore compulsivo di nipotine. Ma la doppia morale, l’ipocrisia, l’opportunismo e la prostituzione politica non sono certo una novità anche se i Razzi, gli Scilipoti e gli Scajola ne hanno portato i confini oltre la commedia dell’arte.

C’è invece qualcosa di straordinario in Sefi Idem, atleta entrata nel mito che avrebbe avuto mille modi per far fruttare la sua notorietà e la sua storia, ma che si è incagliata in una miserabile vicenda di provincia, di palestre in camuffa, di indirizzi fasulli, di piccole omertà politiche, sfociate poi nell’immancabile insaputa e in una conferenza stampa davvero agghiacciante per la sua scaiolaggine da una parte e per la sua ingenuità dall’altra. Una mossa che probabilmente le costerà il ministero.

Magari lei è davvero una vittima dei pasticci strapaesani di Cicci Guerrini, il marito, e dell’idea che dopotutto queste cose in Italia le fanno tutti, della venialità di peccatucci mentre impazzano le nipoti di Mubarak. Però fa impressione la forza di attrazione di questo Paese verso la mediocrità, l’espediente, la noncuranza delle leggi e la commistione anche a bassissimo livello tra politica e affari di famiglia, auto assoluzioni: così forte che ci è cascata anche una delle atlete più note al mondo e appartenente a tutt’altra cultura. Con il bel risultato di essere invitata alle dimissioni dal capocomico dell’insaputa, da quello Scajola che si faceva regalare non solo la casa, ma persino il frullatore dai suoi amichetti di affari.

Ma l’ex ministro con vista sul Colosseo era un professionista, un iscritto albo della grassazione. In questo caso invece  ciò che sorprende è la sproporzione tra le modeste magagne e la figura della protagonista: davvero la Idem aveva bisogno di mettere in piedi questi trucchetti? Non c’erano altre strade per monetizzare e anche in misura molto maggiore, le 35 medaglie?  Probabilmente,  ma da noi la strada più breve tra due punti è il zig zag tra le regole, le leggi, le furbate, gli iniqui vantaggi cui si ha diritto da assessori. E’ facile e se non lo fai ti prendono per fesso o per un individuo pericoloso. Basta un attimo ed è subito Italia.


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