[Pensieri di un'italiana londinese su turisti italiani / Thoughts of an Italian Londoner on Italian tourists.]
Sono tornata a Londra da pochi giorni, dopo una breve pausa in Italia.
Sul volo Ryanair, che come al solito incomincia con La Primavera di Vivaldi (melodia che Ryanair è riuscita a farmi quasi odiare!), mi sono ancora una volta trovata seduta tra gruppi di ‘ragazzoni’ italiani di età certamente superiore ai 30, con l’aria di chi è alla sua prima avventura vacanziera con gli amici.Mi diverto sempre moltissimo ad ascoltare di soppiatto le conversazioni, eccetto quando il volume è tale che riesco a sentire cosa viene detto dalla parte opposta dell’aereo. Solitamente le conversazioni dei turisti italiani che vanno a Londra riguardano alcuni temi fissi:
- Dove andare…tappe obbligate (secondo il turista italiano) sono Piccadilly, Westminster, Tower of London. Altre mete altrettanto, se non più interessanti, passano inosservate.
- Come si riuscirà a comunicare con un inglese scolastico? ‘Ma si ma lì è pieno di italiani’, ‘avevo 8 di inglese alle superiori!’, ‘so anche dire le parolacce, siamo a posto!’
- Il clima… ‘ma secondo te pioverà?’ ‘ma le previsioni non sono così brutte’ ‘ma l’ombrello ce l’hai?’
- Quasi quasi mi trasferisco a Londra! Hai consigli ? Idee?
Quando l’autobus Terravision (gestito pure da italiani!), è arrivato a Liverpool Street, quasi mi dispiaceva scendere e abbandonare questo microcosmo di “italiani in trasferta.” Ma non ho dovuto aspettare a lungo prima di ritrovarlo: mi è bastato andare a fare la spesa di Capodanno da Waitrose per scoprire che il gruppo fermo a discutere nella corsia dei formaggi, non poteva che essere un gruppo di “italiani in trasferta”!