Ieri mi ci sono volute otto ore per fare l’elettrocardiogramma che mi serve per poter fare la tac. Otto ore. Due ore per andare in ospedale, 4 ore di attesa e due ore per tornare a casa. Ah, quando dico che in totale, tra andata e ritorno, mi ci sono volute 4 ore non è perchè sono andata a Viterbo a fare l’ecg. E’perchè a Roma riuscire ad andare da un punto A ad un punto B non è una certezza: è un atto di fede.
Purtroppo, sono dovuta arrivare in un ospedale centralissimo ma poco pratico perché l’ematologa ha scritto male l’impegnativa. Se avesse scritto “ecg per tac + visita” sarei anche potuta andare nel mio nuovo ospedale di fiducia. Purtroppo ha scritto solamente “ecg per tac” e questo ha fatto la differenza perchè il primo ecg SENZA visita, nell’ospedale vicino casa, era disponibile a dicebre. Dovendo fare io la tac a marzo, capite bene che la cosa non era fattibile. Quindi mi sono dovuta imbarcare in quel viaggio della speranza ma tant’è, l’ecg è fatto, il referto ce l’ho e siamo a posto.
Stamattina, invece, ho fatto le analisi e la visita immunologica nel mio nuovo ospedale di fiducia, lì me la cavo con un quarto d’ora di macchina. Ciò non toglie che sono entrata alle 7:30 e sono uscita alle 13:00.
Comunque, dicevo, oggi immunologa. La risposta era quella che mi aspettavo. D’altra parte è sempre la stessa. “Uh, un caso molto interessante. Ma non credo sia di mia competenza. Le faccio fare una visita con…l’otorino/il neurologo/il reumatologo/il vattelappesca”. L’immunologa non riesce a spiegarsi i linfonodi (oramai sono fissi pure quelli nel collo), l’ipotesi dello Sjogren non la convince (anche se mi ha prescritto nuove analisi per l’immunità) e pensa che dovrei fare un check-up dall’otorino. Più un giro dal neurologo per verificare il timoma che dice.
Zero risposte e altre sette impegnative. Come al solito.
Avendono io le palle strapiene, ho deciso di lasciar perdere. Evidentemente, la chemio ha lasciato più effetti collaterali del previsto e le cose non torneranno mai al loro posto pur non essendoci una causa specifica. Non andrò dall’otorino. Tanto la risposta che mi darebbe già la conosco. Farò i controlli per il timo e continuerò con il follow-up del linfoma, ma mi rifiuto di continuare le ricerche per i linfonodi. Tanto, se ci fosse qualcosa di pericoloso sarebbe già uscito fuori. Me li tengo e amen. Problema risolto. Già il fatto che si esclude (per ora, poi magari tra sei mesi lo riprendono) il discorso dell’autoimmunità per è più che sufficiente. Con oggi, il mio problema con i linfonodi è ufficilamente risolto. Con buona pace di Pablo&family.