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Ignoranza tossica

Da Femminileplurale

Dato che il tema della prostituzione è stato nell’ultimo periodo uno dei temi che ha suscitato più dibattito su questo blog, riblogghiamo una parte dell’ultimo post di Consumabili. Si tratta di un post tratto dal blog Free Irish Woman che contiene la testimonianza di una ex prostituta che critica le donne che ritengono la prostituzione un lavoro non problematico e accettabile. Una riflessione che dovrebbe coinvolgere oltre che le donne, anche gli uomini,  che spesso in questo blog hanno difeso la legittimità della prostituzione come professione, costruendo le proprie argomentazioni  (per malafede? inconsapevolezza?) su una visione edulcorata e  a-problematica di questo fenomeno. 

La crudeltà idiota dell’ignoranza tossica Ignoranza tossica

James Jean, “Petit Courbet”

Una delle mie compagne fuoriuscite ha sollevato un’importante questione nel suo blog (secretdiaryofadublincallgirl) quando ha menzionato la crudeltà e insensibilità di donne che non sono state prostitute, che promuovono la prostituzione come un appropriato e accettabile “lavoro” per altre donne.Questa visione viene espressa da alcune donne che non sono prostitute, non sono mai state prostitute né mai lo saranno. Sentire la commercializzazione dell’abuso sessuale venir sancito come accettabile è un doloroso, insultante schiaffo in faccia alle sopravvissute alla prostituzione, ma ascoltarlo da donne che non conoscono NULLA della prostituzione dall’esperienza personale è peggio che doloroso e insultante – è la più profonda pugnalata alle spalle che una donna che non è stata prostituta può dare a una donna con una storia come la mia. Non c’è dubbio che la posizione di queste donne ha radici nella loro ignoranza.L’ignoranza è semplicemente una conseguenza del non aver mai sperimentato una situazione, ma qui non è la sola ignoranza a causare sofferenze emotive e concrete. Si tratta in questo caso di ignoranza accompagnata da convinzioni infondate. Questo è ciò che io chiamo “ignoranza tossica”.Ma perché le persone si convincono di comprendere la forma di un’esperienza meglio della grande maggioranza di chi l’ha vissuta? Da dove viene questa grande arroganza?Io penso che questa è alimentata in parte dall’insensata tendenza umana alla presunzione di sapere. Ci sono donne non prostitute a favore della prostituzione che ho incontrato online che dichiarano prontamente che non hanno alcuna esperienza di prostituzione – tuttavia si aspettano che noi sopravvissute alla prostituzione le stiamo ad ascoltare mentre ci raccontano che un mondo senza prostituzione è una cosa impossibile, irraggiungibile, persino non desiderabile! La cosa più gentile che io posso dire su queste donne è che, per la loro ignoranza, l’arroganza della loro posizione va oltre la loro stessa capacità di comprensione.Perché qualche donna presume che, poiché lei ha seguito la sua comoda e privilegiata trafila borghese nel college (come fosse il suo fortunato diritto di nascita a non prostituirsi) che la sua educazione in qualche modo le dà l’attrezzatura per decodificare e analizzare l’esperienza della prostituzione meglio  delle donne che hanno guadagnato la loro comprensione con le loro proprie gambe aperte su un letto di un bordello?Loro  sentono di essere meglio attrezzate per spiegare a noi la natura di ciò che ci è accaduto a causa di una profonda arroganza così sbalorditiva quanto insensata. A queste donne io ho da dire questo:“TU NON HAI DIRITTO di parlare per noi, o di delineare la forma della nostra esperienza, o di tentare di educare il mondo su qualcosa di cui non sai nulla. Quando tu deformi  e distorci la realtà delle nostre esperienza vissute tu ci abusi altrettanto profondamente di quanto hanno fatto i clienti. La tua è la più perfetta espressione dell’idiota crudeltà dell’ignoranza – belligerante, arrogante e potente nella sua tossicità. Io mi vergogno del tuo “femminismo” e mi vergogno di quella parte del mio cuore che vorrebbe vedere che ti rimangiassi le tue parole in un letto di un bordello, perché non augurerei l’inferno a nessuna donna – nemmeno a te”.

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