Magazine Cinema
Dove eravamo rimasti?
Avevo chiuso il precedente post con i vincitori della sezione del Concorso Internazionale del Biografilm Festival, che voglio ricordarvi brevemente anche qui:
«The Act of Killing» miglior film vincitore del Lancia Award
«Alias Ruby Blade» migliore racconto biografico, vincitore del Best Life Award
«For No Good Reason» vincitore del Richard Leacock Award
Which way is the front line from here?» vincitore dell' Audiance Award | Biografilm International Competition 2013.
CONTEMPORARY LIVES
Contenitore perfetto per tutti i grandi temi e i grandi personaggi degli ultimi diciotto mesi che precedono l'inizio del Festival è la sezione Contemporary Lives. Lo staff del Biografilm descrive i documentati di questa sezione come «dieci sguardi-ponte tra passato e futuro, dieci grandi film: storie capaci di mettere in discussione le nostre certezze, sfrangiare i limiti della nostra percezione della realtà, gettare sassi nello stagno del nostro sistema di vita».
Eccovi i film in concorso:
#1. Big easy express
Tre band attraversano in treno gli Stati Uniti da Oakland a New Orleans. Niente valigie, solo strumenti. Obiettivo: ritrovare le radici della loro musica. Ne nasce un unico, entusiasmante concerto il cui pubblico è l’America intera: jam sessions sui treni, concerti lungo i binari, feste improvvisate con gli amici di una notte. L’amore e la musica di un puro sogno hippy, stagliato contro gli splendidi scenari del Sud degli Stati Uniti. Un documentario on the road che vede i musicisti dei Mumford & Sons, di Edward Sharpe and the Magnetic Zeros e degli Old Crowd Medicine Show insieme per un viaggio nella rock music e nell’umanità più sincera.
#2. The Gatekeepers
Sei comandanti in capo dei servizi antiterrorismo israeliani, il temuto Shin Bet, raccontano per la prima volta la loro verità. Osserviamo il conflitto che ha insanguinato il Medioriente “da dietro le quinte”, con la guida eccezionale di chi ha tenuto in mano il bandolo della matassa più intricata del mondo. Squarciando lo schermo del segreto di Stato, i sei protagonisti ci regalano un racconto diretto, brutale, a tratti terrificante nella sua cieca logica della “ragione superiore”. Le interviste, alternate a rari materiali d’archivio, formano una controstoria in cui l’autorevolezza dei protagonisti non lascia illusioni. Un film che ha fatto discutere anche in Israele. Documentario candidato all’Oscar®, campione d’incassi negli USA.
#3. La Maison de la Radio
Come si racconta una radio? È la sfida stilistica che Nicolas Philibert raccoglie in questo originale documentario. Come si rende per immagini un universo che vive di suoni e di parole? Con umiltà, è la risposta: mettendosi in ascolto. Philibert lo fa “abitando” per molti mesi la sede di Radio France: ne percorre i corridoi, ne spia gli animatori e gli ospiti maneggiando con sensibilità una camera mobile ma mai invasiva. Dal più anonimo dei presentatori a star internazionali come Umberto Eco, tutti coloro che danno vita all’esperienza di Radio France diventano così protagonisti, parte di un affresco collettivo ricco di sorprese, professionalità, umanità e molta ironia.
#4. Money for nothing: inside the federal reserve
La biografia pop di un’istituzione finanziaria tra le più potenti del mondo: la statunitense Federal Reserve. Questo documentario ne scandaglia i segreti, ne racconta la storia dal 1907 a oggi, ne indaga il ruolo al cuore della crisi economica con acutezza di analisi e originalità di linguaggio. Una completa e sconvolgente denuncia di un secolo di segreti e, spesso, bugie, che si sviluppa attraverso i documenti e le interviste ai protagonisti, dai semplici impiegati ai potenti investitori, agli economisti e agli storici che spiegano i meccanismi dell’economia globale e il modo in cui incidono sulla nostra vita. Un racconto che non è solo lo spaccato di cent’anni di storia. È uno sguardo sul futuro.
#5. The Queen of Versailles
A giudicare da com’è andata a finire per Luigi XVI e consorte, forse i coniugi Siegel hanno scelto un nome infausto per la loro villa da cento milioni di dollari nel cuore della Florida. D’altronde, come potevano immaginare che il sogno di costruire la residenza privata più grande degli Stati Uniti (con tanto di sushi bar, sala da bowling, centro fitness e pezzi d’antiquariato in stile Versailles) si sarebbe trasformato nell’incubo del crack finanziario del 2008? Infatti la crisi travolge i Siegel, la loro vita e la loro villa incompiuta. E la storia della loro folle impresa diventa la parabola stessa di un’America allucinata dalle contraddizioni del consumismo, in un film che unisce l’opulenza straniante di un reality e la brutalità di un’inchiesta alla Michael Moore.
#6. Detropia
Immaginifica, infuocata, musicale, perduta... Le mille facce di una città, Detroit, che oggi sembra averne solo una, devastata dal boom troppo rapido e dal crollo dell’industria automobilistica statunitense. Attraverso la parabola di questa città fantasma, una volta epicentro del capitalismo americano, il documentario di Heidi Ewing e Rachel Grady non racconta solo una crisi economica ma una catastrofe paradigmatica: il collasso di un sistema di pensiero, di un immaginario che era fatto di velocità e di musica, dei sogni di riscatto degli operai e di quelli di ricchezza del capitale. Oggi la camera si aggira tra chi è rimasto stringendo la speranza con i denti, tra le rovine di un sistema di vita. Il nostro.
#7. The house I live in
Il 25% della popolazione carceraria mondiale si trova negli USA. Un dato sconcertante che induce il maestro del documentario Eugene Jarecki a soffermare la sua ricerca sui “successi” della lotta alla droga negli USA da Nixon in poi. Jarecki esamina con il passo di un thriller e la profondità di un giallo psicologico azioni, reazioni e personaggi di una storia che non ha lieto fine. Dimostra con i fatti e con testimonianze dalla sorprendente sfumatura autobiografica quanto gli “effetti collaterali” (a partire dal vertiginoso aumento della popolazione carceraria) abbiano reso più pericolosi i traffici e più forti i criminali. E in un inquietante retroscena mostra quanto la netta discriminazione tra “droghe dei poveri” e “droghe dei ricchi” sia stata tutt’altro che casuale.
#8. The missing piece: the truth about vincenzo peruggia and the unthinkable theft of the monalisa
Dimentichiamo Dan Brown. Il protagonista della storia leonardesca più appassionante è Vincenzo Peruggia, l’uomo che nel 1911 rubò la Gioconda dal Louvre. La tenne con sé per due anni, finché le autorità francesi riuscirono a rintracciarlo. Nessuno, neanche il diretto interessato, ha mai dato una spiegazione al mistero di questo gesto. Un secolo dopo, ci prova Joe Medeiros, per molti anni autore del Tonight Show di Jay Leno, che va in cerca della famiglia Peruggia per scoprire insieme la verità. Un film ricco di ironia e passione, nella cui trama si riconosce la mano brillante del professionista dell’intrattenimento. Il giallo di un caso irrisolto che è anche una storia d’amore: quello per un’arte capace di ispirare “delitti passionali”.
#9. Propaganda
Un incredibile viaggio nel mondo della propaganda occidentale, una critica spietata al nostro modello di vita che mostra un inferno di consumismo in oscena esibizione, dove le celebrità e il terrorismo sono minacce di uguale misura. È un filmatochoc apparso insidiosamente su Youtube: l’opera, si dice, di due studenti nordcoreani. Ma quanto nel film è reale, quanto finzione? Si tratta di una controversa opera anonima o di un’astuta opera propagandistica, prodotto del mostruoso meccanismo che finge di denunciare? Lo spettatore lo scopre a proprio rischio e pericolo nel dipanarsi di questo documentario, che ci mostra come in uno specchio deformante il volto grottesco della nostra quotidianità.
#10. Searching for sugar man
Ci sono storie che valgono più di un premio Oscar® Sixto Rodriguez, il più insolito successo nella storia della musica. Lo scoprono in un bar di Detroit, alla fine degli anni Sessanta, due produttori convinti d’aver trovato il profeta di una generazione. Avevano ragione, ma il pubblico non se ne accorge: il primo disco di Rodriguez è un capolavoro, ma anche un fiasco. Negli USA. Ma nel Sud Africa dell’Apartheid, dove arriva clandestinamente, Rodriguez diventa una leggenda, la sua musica la colonna sonora di una generazione in lotta. All’insaputa dell’autore, che si ritira dalle scene. Finché, trent’anni dopo, due fan decidono di mettersi sulle sue tracce, scoprire che fine ha fatto e cosa è andato storto. Oscar®. È il caso di 2013 per il miglior documentario.
Vincitore dell' Audience Award | Biografilm Contemporary Lives, già premio Oscar® come miglior documentario, commovente storia di un successo inaspettato.
Biografilm Italia
Non poteva assolutamente mancare una sezione dedicata del tutto alla cinematografia italiana, infatti, le opere di Biografilm Italia sono otto film nostrani, due eventi speciali, una Masterclass di Filippo Vendemmiati e la presentazione di un work in progress del primo film sul movimento artistico Fluxus, tre importanti storie emiliano-romagnole e due notevolissime storie brevi, sono il frutto di una ristretta selezione.
#1. Ornella Vanoni - Ricetta di donna
Una chiacchierata con Ornella Vanoni, in cui l’interlocutore privilegiato siamo noi. È la qualità intima e scanzonata che fa di questo film una testimonianza irripetibile. Incontriamo la fanciulla di buona famiglia troppo curiosa per accontentarsi della sua vita borghese. La giovanissima debuttante che canta la mala milanese e seduce Strehler. La musa che ispira a Gino Paoli splendide canzoni d’amore. E la protagonista del teatro e della canzone italiana. Con sguardo partecipe, Alexandra Della Porta inanella conversazioni personali, spezzoni introvabili di spettacoli e trasmissioni, interviste ad artisti e ammiratori: l’autoritratto di “una bellissima ragazza” che ama lo champagne e i porcospini, la musica e la vita e che può cantare a buon diritto: “Posso dire di ogni cosa/che ho fatto a modo mio”.
#2. Come Tex Nessuno Mai
Ci sono le storie di Tex e c’è la storia di Tex. Quest’ultima, raccontata qui come una biografia per metà di carta e per metà di carne, è quasi più avventurosa delle prime. Ha un protagonista geniale, Gianluigi Bonelli, che molto di sé metteva nel suo alter ego disegnato, fino a confondersi con lui. Ha una schiera di ammiratori e discepoli, da Ricky Tognazzi a Bernardo Bertolucci, da Fausto U Giancu a Giuseppe Cederna. Ha dietro di sé una famiglia, dato che l’editore Sergio Bonelli ha continuato con passione il lavoro del padre. A lungo considerati un’arte minore, i fumetti risaltano qui in tutta la loro potenza evocativa e culturale, in tutta la loro ricchezza simbolica di oggetto di desiderio e luogo privilegiato di espressione della fantasia.
#3. Gaetanino, mio nonno, San Giovanni e Berlinguer
Qualcuno era comunista, e Gaetanino, nato nel 1924, lo era. Si è sposato in casa: non poteva andare in chiesa perché era stato scomunicato. Conserva ancora la sua prima tessera del Pci, sezione di Formia, data luglio 1944. Il partito ha abbandonato il campo, Gaetanino no, lui crede ancora in quello che è stato e che è. Nella storia che racconta al nipote, con dignità, tenerezza e nostalgia, si intrecciano l’amore e la guerra, la politica… e San Giovanni. La statua portata in processione il giorno del santo patrono, che ha scandito gli anni della sua vita. La statua che è tutt’uno con il senso della comunità e il coraggio, i fuochi d’artificio e la bandiera rossa.
#4. Giovanna Cau. Diversamente giovane
Giovanna Cau, il potente avvocato Cau, rimane nell’ombra. Eppure è una delle donne a cui dobbiamo il successo del cinema italiano di ieri e di oggi. Convinta che la cultura – e tra le sue manifestazioni, il cinema – sia strumento imprescindibile di crescita personale e sociale, Cau ha curato gli interessi e la carriera dei più grandi attori, registi e produttori cinematografici italiani. Con molti ha instaurato rapporti di amicizia profondi: da Fellini a Ferreri, da Scola a Mastroianni. Generosa e tenace, è stata consigliera comunale nell’amministrazione Veltroni e ha combattuto in prima linea nelle battaglie civili più importanti del nostro tempo, da quella per il diritto delle donne al voto alle numerose istanze per i diritti dei portatori di handicap. Oggi festeggia i suoi novant’anni ben salda al comando del suo studio, con immutato entusiasmo e fiducia nel futuro.
#5. Italiani veri
In Unione Sovietica si censurava tutto. Ma proprio tutto, tranne un programma, promosso e diffuso. Il Festival di Sanremo. Perché? Lo rivela Marco Raffaini in questo film ricco e curioso, uno sguardo del tutto originale sull’amicizia italo-russa. Scopriamo così che Pupo scrisse Lidia a Mosca, in onore di un’amante russa che un fidanzato geloso lo obbligò ad abbandonare. E che Valentina Tereshkova, prima donna cosmonauta, colmava il silenzio delle sue missioni spaziali ascoltando le canzoni di Robertino Loretti. Che i Cutugnisti, i fan “filologi” di Toto Cutugno, non sono italiani. E che, per i dissidenti, esiste una versione russa di Felicità in cui la hit di Al Bano e Romina è stata riletta in chiave antisovietica…
Vincitore dell' Audience Award | Biografilm Italia 2013 accattivante spaccato sull'importanza della musica italiana in Russia.
#6. Tutto in una notte
Tutto in 1 notte è la storia di una scommessa, una sfida, una possibilità: realizzare un intero 33 giri nel giro di una notte. Accadde tutto in una notte di novembre di 35 anni fa. A Bologna, un gruppo di ragazzi, amici e coetanei che condividevano le stesse passioni per la musica, le parole e il tempo libero, si mettono insieme e decidono di provare - non importava il saper suonare, per quello avrebbero trovato dei musicisti con la loro stessa passione e voglia di accettare questa sfida. Quella notte presero vita una nuova band, gli Skiantos, e un nuovo genere, il “demenziale” o Rock Demenziale. Erano altri tempi, non c’era internet, né i social network: la musica si faceva nelle cantine e in modo artigianale.
#7. The Valley of The Jato / La Valle dello Jato
Nella valle dello Jato, nel cuore della Sicilia, la presenza mafiosa è ingombrante e minacciosa. Ma ogni giorno Pino Maniaci, giornalista autodidatta, la sfida andando in onda con il suo telegiornale su Telejato. Emittente locale, a conduzione familiare, Telejato è un vero e proprio strumento di denuncia sociale che non teme di fare nomi e cognomi dei più pericolosi boss della criminalità organizzata. Più volte vittima di attentati e atti intimidatori, Pino Maniaci non si è mai arreso e continua a essere un punto di riferimento per la popolazione locale. La sua, infatti, non è una lotta solitaria: più volte i cittadini, le associazioni e i sindacati gli hanno dimostrato la loro solidarietà. Perché la sua battaglia regala un tesoro di civiltà e forza alla sua terra.
#8. Zero a Zero
Daniele, Marco e Andrea sono nati nel 1977 e il calcio ce l’hanno nel sangue. Hanno vite diverse, ma un passato comune nelle squadre giovanili della AS Roma Calcio: giravano il mondo vincendo coppe e campionati, e ben poco li separava da futuri campioni come Totti e Buffon. Ma il destino li ha messi di fronte a prove che a diciassette anni non tutti sono capaci di superare. Paolo Geremei entra nelle vite di queste tre ex promesse, cogliendo il momento in cui un futuro brillante, in una deriva imprevista e tragica, si trasforma in un passato perduto. Una parabola sul talento e sull’ambizione, una riflessione sul coraggio che occorre per convivere con un fallimento: forse molto più di quello che occorre per raggiungere il successo.
#9. Non mi avete convinto Masterclass di Filippo Vendemmiati
Un regista capace di rendere l’umanità dei soggetti che racconta, rispettandone l’essenza più profonda. Filippo Vendemmiati ci racconta i segreti del suo modus operandi: la scelta delle storie di vita da svelare, l’uso sensibile della macchina da presa, la costruzione di un dialogo intenso con i soggetti del suo lavoro. Come per Non mi avete convinto, affettuoso e fiero ritratto di Pietro Ingrao in programmazione al festival. Vendemmiati entra nella casa dell’ex Presidente della Camera, appassionato di cinema, politico integerrimo, punto di riferimento per più generazioni per la sua coscienza civile e capacità critica. Al gioco personale dell’intervista si alternano spezzoni di film amati, immagini storiche di piazze affollate: la nostra storia collettiva filtrata dalle parole dell’anziano Ingrao, lucidissimo, che avvolgono e penetrano al cuore.
#10. La Passione di Paola
Dal cuore del suo ufficio, il suo “nido di carta”, una vera e propria caverna delle meraviglie per bibliofili e appassionati di illustrazioni, Paola Pallottino si racconta e ripercorre i decenni più interessanti della storia della cultura italiana, che ha vissuto da protagonista. In questa intervista ironica e fiera, la studiosa, paroliera e illustratrice, porge al regista Michele Pompei e allo spettatore il distillato di una profonda cultura con la semplicità e la passione di chi racconta una storia a lungo amata e percorsa. Dalla letteratura all’arte, dalla canzone all’illustrazione, la narrazione di uno spirito libero e anticonformista, gloriosamente femminile in un’Italia da uomini, capace di tramutare la carta in sogno.
#11. Il Coraggio del Boxel
I primi veicoli elettrici omologati in Italia, il Boxel e lo Zaway, il treno no-stop, le utilitarie assemblabili in cantina: sono solo alcuni frutti dell’ingegno irrefrenabile dell’inventore e costruttore Paolo Pasquini, che per tutta la vita ha coltivato un sogno: muoversi e viaggiare senza inquinare, senza far male, in modo sostenibile. Il regista Andrea Pavone Coppola, pilota della mitica macchina da corsa elettrica P488, racconta l’avventura di questo Archimede tutto bolognese.
#12. Un Giorno o l’altro
Il Gruppo Teatrale Viaggiante nasce a Bologna nel secondo dopoguerra. Per Paolo, Guido e Loriano, il teatro può migliorare la società: è portatore di voci, idee ed emozioni da scambiare con gli esclusi. Per oltre quindici anni la compagnia itinerante gira per piazze, fabbriche, cortili di case popolari, arrivando persino in Palestina per raccogliere filmati destinati a raccontare, negli spettacoli, il dramma di quella terra. Poi i loro destini si dividono: ma un seme è stato gettato, e altre compagnie proseguiranno sulla strada che hanno tracciato.
#13. Bonvini inscì e compagnia bella
Prima di Microsoft Word, gli scrittori usavano i taccuini, gli innamorati la carta da lettere e gli avvocati le insegne artigianali. E il protagonista era il piombo. Marco Mattana ci mostra quei caratteri antichi accompagnandoci dentro la Cartoleria Tipografia “Fratelli Bonvini”, nata a Milano un secolo fa. La cui arte è sacra, spiega. E mentre ascoltiamo lavorare la “pedalina” di fine ‘800, col suo rumore dolce, ci fa avvertire lo spessore e gli odori di un mondo perduto.
#14. Gelati e granite
Giuggiuno da mattina a sera porta i gelati e porta l’allegria. Ogni mattina caffè, una sistemata al camioncino, e via verso spiagge, paesini, mercati, luoghi di ritrovo. Dal 1954, ogni giorno, questo signore antico percorre le strade attorno a Modica con il suo mestiere antico, fatto di abilità e passione. E la fatica di una vita non sempre facile sembra scomparire quando ancora pieno di voce lancia il suo irresistibile richiamo: “Gelati e granite!”.
#15. Travelling (in)to Fluxus...
Il Fluxus, arte in divenire, capace di partire da New York per mettere radici persino a Reggio Emilia. Gli eredi del dadaismo che negli anni Settanta seppero fondere arte e vita si raccontano nei loro studi e nelle loro case. Irene Di Maggio, figlia dei creatori della Fondazione Musima, è cresciuta con loro e con sguardo affettuoso restituisce i colori brillanti del loro presente e del loro indimenticabile passato.
#16. Biografreak
Freak Antoni è l’anima degli Skiantos e un pezzo di storia di Bologna: quella passata (l’amicizia con Andrea Pazienza, il Bologna Rock del ‘79, il cameo in Jack Frusciante è uscito dal gruppo) e quella presente (la carriera solista, i libri, la televisione). Un ritratto intimo e insolito di una personalità complessa e tormentata, di un autore di culto per gli amanti del rock, del testimone di una generazione che con pochi soldi e molte idee seppe dare l’assalto al cielo immobile della cultura.
Adesso non resta che elencarvi gli altri premi, per cominciare ci sono i premi speciali dati dai ragazzi del Guerrilla staff che decretano come miglior film Pussy Riot – A Punk Prayer di Lerner e Pozdorovkin. Il premio Lancia Celebration Of Life Award è andato a Ed Lachman, mentre la giuria popolare bolognese di BAW – Bio Awards 2013premia "Re della terra selvaggia", di Benh Zeitlin (Premio Sala Bio); "Django Unchained", di Quentin Tarantino (Miglior film); Bradley Cooper, protagonista de Il lato positivo di David O. Russel (Miglior attore); Jennifer Lawrence, co-protagonista del film di Russel (Miglior attrice).
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