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Ikea: il Merlo di Giovanardi

Creato il 26 aprile 2011 da Albertocapece

Ikea: il Merlo di GiovanardiSe qualcuno in Europa o in qualsiasi altro posto dovesse ascoltare le dichiarazioni dell ‘on. Giovanardi, compresa l’ultima sulla pubblicità dell’Ikea, non avrebbe dubbi sul fatto che sia un uomo di destra, anzi un uomo sopravvissuto al medioevo e che si batte forsennatamente per ricrearlo.

Quindi ascoltando l’on Giorgio Merlo del Pd che difende a spada tratta l’ultima ottusa e ridicola trovata di Giovanardi, quel qualcuno non potrebbe mai pensare che milita in un partito teoricamente di centro sinistra. Eppure è proprio così: i due uomini che si tengono per mano e che fanno famiglia, nuovo marketing dell’Ikea, sembrano essere il catalizzatore dell’inciviltà e della stupidità che regna nel Paese.

Vista anche l’occasione piccola e pretestuosa per la quale l’on Merlo ha ritenuto di intervenire in appoggio a Giovanardi, appare sempre più chiara l’insostenibilità del progetto PD che invece di fondere e collegare culture diverse, sembra invece vivificare tic, pregiudizi, servilismo elettorale nei confronti dei poteri forti (e la Chiesa forte lo è, eccome): nel complesso ha finito per foraggiare invece le subculture basse che niente hanno che fare con la concezione di uno stato moderno.

La cosa però che in tutto questo suscita  la mia ira è che anche Merlo, come Giovanardi  si serva della Costituzione a usbergo della sua posizione (uso un frasario ottocentesco per avvicinarmi alla mentalità di questi signori).

In realtà la Carta non dice affatto ciò che sostengono questi due incensieri vaticani, vuole esprimere tutt’altra cosa, anzi l’esatto contrario di ciò che essi credono per ignoranza o fanno finta di credere per interesse.  L’articolo 29 recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.” E sarebbe proprio quel “naturale” ad impedire ogni unione al di fuori di quella eterosessuale.

Invece proprio no. Naturale non vuol dire normale, perché la normalità come concetto statistico non ha alcun valore giuridico. Né può appellarsi alla natura come mondo della vita, perché in esso, così come nelle società umane, la non eterosessualità è diffusissima, anzi in un certo senso fa parte delle strategie riproduttive  e dunque rientra nell’ordine naturale  delle cose. Che disgraziatamente è più complesso rispetto al pensiero primitivo di molti emeriti vescovi e vescovi emeriti.

I costituenti erano allora degli ingenui? No erano semplicemente antifascisti. Quel “naturale” sta a significare che esistono fonti di legittimità che vengono prima dello Stato e che non possono essere contraddetti dallo stesso. Il diritto alla vita e all’amore sono fra questi, ma anche la condanna del furto o dell’assassinio. Non c’è Stato che possa delegittimare i primi e rendere leciti i secondi. Cosa che invece tenta irrestibilmente Giovanardi che giustifica i massacri e si adonta per i manifesti.

Il fascismo pretendeva che tutta la legittimità derivasse dallo Stato, che non vi fosse nulla sopra e sotto di esso e che dunque fosse l’unica fonte di legittimità. Per questo i Costituenti scelsero quell’aggettivo. E semmai un po’ di pasticcio lo fecero giustapponendovi quel “fondata sul matrimonio” che è invece un istituto di diritto positivo.

Ma comunque sia, emerge chiaramente che la Costituzione dice l’esatto contrario di quanto Merlo pretende: e cioè che lo Stato non può intervenire contro la volontà d’amore delle persone, vietando e condannando. Anzi nel momento stesso in cui ha artificialmente unito quel naturale al matrimonio, in senso tecnico stabilisce che è anticostituzionale vietare i matrimoni tra persone dello stesso sesso. E proprio questo è il senso che 23 costituzionalisti vollero mostrare in un appello del 2007.

Certo i costituenti non pensavano ai matrimoni omosessuali perché non facevano parte della mentalità del tempo, ma pensavano in termini di libertà personali insopprimibili. E se la formulazione ha qualche pecca, non così l’intento generale.

Del resto persino il cattolicissimo Moro che a quel naturale, dava un significato di razionale,  in un intervento del ’47 non poté esimersi dal riconoscere: “non si vuole escludere che la famiglia abbia un suo processo di formazione storica, né si vuole negare che vi sia un sempre più perfetto adeguamento della famiglia a questa razionalità nel corso della storia…”

Evidentemente si sbagliava. Giovanardi non si è mai evoluto, mentre Merlo e i margheritini hanno fatto passo indietro. Facendosi ridere dietro persino da Berlusconi.


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