Ikea, già mi piacevi prima, ora che sei anche partner dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo mi verrebbe voglia di erompere in un applauso.
Ok ok, c’è chi potrebbe obiettare tirando in ballo il solito marketing, un tentativo per diversificare dalle solite polpette (che rimangono un successo planetario e uno dei motivi principali per andare all’Ikea). Ma tutto sommato, che tra mille e mille fondazioni, enti e onlus Ikea abbia scelto di supportare proprio l’università in provincia di Cuneo, a me fa solo piacere.
Ikea Food, il ramo dell’azienda che si occupa della gestione e approvvigionamento di bar, ristoranti e Botteghe Svedesi, è entrato a far parte del Club dei Partner Strategici dell’ateneo piemontese, costituito da un ristretto gruppo di aziende di eccellenza e da una rosa di istituzioni: il che significa che, insieme agli altri, supporterà le attività di ricerca, condividendo impegno e strategie per costruire nuovi scenari di produzione e consumo del cibo sostenibili.
Cosa può aver spinto un’azienda svedese a un simile passo?
Sicuramente logiche aziendali, ma anche un indirizzo preciso intrapreso in una determinata direzione.
A dispetto di chi pensa che oltre alle polpette ci sia poco altro, basti sapere che negli ultimi 3 anni, Ikea Italia ha aumentato l’offerta di prodotti biologici nei propri ristoranti, favorendo quelle imprese agricole italiane impegnate a preservare la qualità della terra, a rifiutare i concimi chimici e gli antiparassitari.
Un percorso che ha portato Ikea Italia a diventare uno dei principali acquirenti di prodotti biologici italiani (per darvi un dato, nell’ultimo anno tali acquisti sono stati pari a 5 milioni di euro). E che si concretizza nell’obiettivo, spiega Dino Maldera, country Ikea Food Manager per l’Italia, “di servire in tutti i nostri negozi cibo di alta qualità, controllato, sano e prodotto nel rispetto dell’ambiente“.
Se a questo si aggiunge che l’azienda già collabora con il Wwf, con la Compassion in World Farming (organizzazione che si occupa del benessere degli animali) e con Icea (istituto di certificazione Etica e Ambientale), il quadro è completo (se ancora non vi piace perché è una multinazionale, almeno date atto al marketing di aver avuto una buona idea).
La prossima volta che dovete comprare un divano, un set di candele o semplicemente avete voglia di fare un giro all’Ikea (su su, è quella voglia inconfessabile che ogni tanto prende a tutti, come quella di mangiare un cheeseburger), potrete sempre giustificarvi dicendo che non lo fate per voi ma per l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Autore: Oriana Davini
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