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Il 17 marzo e l'Italianità

Creato il 20 febbraio 2011 da Tanks @tanks
Alla fine la questione è chiusa: il prossimo 17 marzo sarà giorno festivo, a celebrazione dell'Unità d'Italia, 150 anni esatti dopo quel 17 marzo 1861 in cui il Regno di Sardegna cambiò nome, diventando Regno d'Italia.
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Ordine dell'Unità d'ItaliaHo una posizione abbastanza distaccata su questa querelle.
Il lavoro, per mia fortuna, mi appassiona e non mi costa una fatica fisica particolare. In più mi chiede brevi momenti di attenzione tutti i giorni dell'anno, feste incluse. Aggiungo che la mia signora insegna, e quindi niente tentazioni di far ponte in quel fine settimana. Quindi ero e rimango indifferente rispetto alla questione.
Ma l'Italia si è divisa. hanno dichiarato contrarietà, netta:
  1. il presidente della provincia di Bolzano.
    Si sente rappresentante non di una provincia dello stato italiano, ma di una "minoranza austriaca" in Italia; forse aggiungerebbe "momentaneamente ospite in Italia", ma questa l'ho pensata io, sia chiaro.
    Non celebrerà.
  2. il "popolo padano", qualunque cosa voglia il termine.
    Non c'è niente da festeggiare per loro, l'hanno detto e ribadito fin dagli anni 50 dell'800: sono stati sempre federalisti, vedi Cattaneo. Non ho trovato traccia di questa ferma posizione nella celebrazione del centenario del 1961, ma avrò cercato senza la dovuta perizia.
    Il GPP (grande popolo padano) è inoltre preoccupato per il crollo della produttività causato da quel giorno di festa, a cui un'orda indisciplinata di terroni aggiungerà il venerdì, per rotolarsi nel piacere del mangiapanismo a tradimento, sua caratteristica primaria (mi sono lasciato prendere la mano, chiedo venia, ma la sera ascolto Radio Padania tornando a casa).
    Non se ne parla nemmeno a celebrare
  3. gli industriali.
    Cribbio, dopo una crisi lunghissima stavano appena arrivando gli ordini, e ora quel giorno di festa, con il rischio di scatenare il Genio Pontieri che è in tutti noi, distruggerà tutto. A poco vale osservare che quel giorno sarà retribuito con l'extra-paga tolta al 4 novembre.
    Assisteranno senza festeggiare
  4. il Ministro dell'Istruzione. Una volta era Pubblica a pieno titolo, ora lo è solo nell'impegno di chi si ostina a insegnare lì, nonostante tutto.
    Va bene celebrare, ma lo si poteva fare in classe, spiegandone, quel giorno, il perché. Pensavo che a scuola si insegnassero ancora Storia ed Educazione Civica, per cui non servisse uno Special. Ma è evidente il mio distacco dalla realtà.
    Abbozzerà, ma non esulterà. 
Gioiranno invece:
  1. il presidente della provincia di Bolzano.
    Ribadire l'autonomia della comunità di lingua tedesca è funzionale alla salvaguardia dei notevoli benefici economici, e l'elettore non può che esserne felice. 
  2. la Lega Nord, partito unico del GPP.
    Una posizione così ferma verso Roma, terroni, mangiapane a tradimento, si tradurrà automaticamente in voti, laddove spunta la tentazione dell'intolleranza e dell'egoismo, a sommergere il senso del bene comune. Cioè in qualunque elettore dello Stivale, basta trovare l'argomento giusto.
    Per buona misura ieri è arrivata anche la presa di distanza dal 1° maggio, musica per le fiere orecchie del GPP e degli industriali
  3. gli industriali.
    La ferma posizione consentirà di incassare qualcosa nella prossima negoziazione: "il 17 marzo ho abbozzato io, adesso tocca a te". Non è molto, vero, ma arriva gratis, è costato solo qualche dichiarazione alla stampa
  4. il ministro dlel'Istruzione.
    Ribadisce la sua alterità rispetto alla classe insegnante. Non è cosa da poco. Ricordo una vignetta di Altan, in cui l'operaio scandiva al padrone: «Il mio posto di lavoro non si tocca!», e l'altro ribatteva: «E chi te lo tocca, mi fa così schifo!». Ecco, nella mia mente, ma solo lì, si badi bene, il confronto tra classe insegnante e ministro me lo figuro così
Se non è dichiarazione di Italianità tutto ciò, non so cosa cercate.
Buona Unità a tutti.
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