E mentre il 2014 macina km come un ciclista in volata, a noi, che qualche volta rimaniamo nel gruppo di coda, piace anche guardare indietro, per vedere quello che ci siamo lasciati alle spalle.
Nello specchietto retrovisore compaiono un sacco di cose.
Gennaio: tempo di capodanno e rifugi. Il 2013 comincia al Rifugio Colombé, località Paspardo. Io ho i capelli lunghi, una camicia a righe degna di Mauro Corona e fuori fa freddo, mentre i fuochi d'artificio illuminano la pianura, lontana. Mille, tra desideri e propositi, si alternano tra i bicchieri di vino.
Febbraio: Milano, Palazzo delle Stelline. A pochi passi dall'ultima cena di Leonardo si appendono al muro fotografie di presenze intermittenti (Absence of Subject). Un attimo prima le cose sono lì, immobili sotto l'occhio del fotografo e un attimo dopo sparite, in un soffio.
Marzo: si corre la Stramilano. Sotto una pioggia battente migliaia di milanesi indomiti si pestano i piedi a vicenda, sotto pettorine fradice e K-way dai colori sgargianti. Fino a poco tempo fa ricordavo anche di aver fatto un buon tempo, ora posso solo dire che è stato bello partecipare.
Aprile: in città sbarca il Fuorisalone. Le vie del centro si popolano di gente con la tuba e gli occhiali dalle montature colorate. Tutti si bevono gran birre fino a notte fonda, schivando i secchi di acqua fredda che i condomini dei piani alti lanciano infastiditi. Le lesbiche si baciano in pubblico, qualcuno trova il modo di fare affari affittando una stanza e quasi nessuno guarda i mobili, ma va bene così.
Maggio: si trasloca! Questa è l'ultima foto scattata nel vecchio "rifugio" in legno in corso di Porta Romana. Stanchi di avere mezza famiglia del proprietario appoggiata in casa a caso, abbiamo raccolto in una sacca baracca e burattini e ci siamo trasferiti qualche metro più in là. Ora abbiamo un contratto, un terrazzo e un bar rumorosissimo a 4 metri in linea d'aria. Ma si ride un sacco comunque.
Giugno: c'è chi monta le gomme da neve per andare da Milano a Sesto San Giovanni e chi si avventura per strade sterrate di montagna con decappottabili d'epoca. La musica (un po' a rallentatore anche grazie all'autoradio non proprio di primo pelo) è lo sfondo ad un soffitto verde, fatto di piante e cime innevate. Scarponi ai piedi, tettucco sollevato e via: si parte!
Luglio: quando ho raccontato di questa vacanza a casa la parola più gentile che ho sentito è stata "cretino"! Avevano ragione, ma io vi assicuro che ci si può divertire da matti anche a fare una settimana in Corsica vedendo il mare, per sbaglio, giusto qualche ora.
Agosto: l'Italia affoga tra afa e zanzare, mentre io e Fabry scappiamo verso il grande nord. Uno zaino in spalla stipato all'inverosimile, l'acquolina in bocca per lo squalo putrefatto che ci aspetta, la voglia di tentare un viaggio vero e di raccontarlo a tutti quelli che vogliono stare a sentire (Icelandic Tale)! In una parola: Islanda.
Settembre: Milano Film Festival. E sul sagrato del Piccolo Teatro si ride, si balla, si scherza parlando di lavatrici e si incontra gente che vale la pena. Una settimana tutt'altro che in bianco e nero
Ottobre: Fabio è un amico di Brescia. Gioca a pallacanestro, adora andare in montagna, ha un accento inconfondibile, perde qualunque cosa tenga in mano e, miracolosamente, è un bravissimo medico. Lo invidio perché sta passando quattro mesi particolari della sua vita, a fare ecocardiogrammi ai norvegesi. O lo ammazzo o lo vado a trovare. Che Bergen sia!
Novembre: il solito mese un po' spento. Comincia a fare freddo, l'autunno è ovunque e Milano diventa più grigia del grigio. Non resta che andare a spasso a fare due foto
Dicembre: e anche quest'anno, piano piano, arriva ai titoli di coda. Sono coperti di neve e paesaggi bellissimi. La Valtellina, in tutto questo, merita il posto d'onore.
Grazie. A chi c'è tutti gli anni, a chi c'è stato solo questo e poi scomparirà.
A chi ha avuto la curiosità di arrivare a leggere fino a qui.
Ci si vede l'anno prossimo, sperando di avere qualche foto davvero speciale da raccontare.